Pieranunzi/Johnson/Baron – Play Morricone

Pieranunzi/Johnson/Baron - Play Morricone

CamJazz – CAMJ7750-2 – 2001





Enrico Pieranunzi: pianoforte

Marc Johnson: contrabbasso

Joey Baron: batteria






Lavoro in trio per Enrico Pieranunzi, che mette insieme una serie di retaggi della sua memoria e della storia musicale, andando a riprendere brani delle colonne sonore di Ennio Morricone, per il quale aveva già prestato la sua opera di pianista e componendo il trio con due suoi più abituali musicisti, tutto questo per portare all’ascoltatore un disco che ripropone in modo splendido della musica che siamo stati abituati a sentire con una orchestrazione del tutto differente, peraltro associata ad immagini che ne definiscono alcuni aspetti, una musica che nasce per sottolineare determinate emozioni.


É meglio chiarirsi subito: il disco merita di far parte di qualunque collezione, di qualunque impronta essa sia. Infatti la bravura di Pieranunzi e dei magistrali Marc Johnson e Joey Baron rende a tutti gli effetti questo disco un piano trio di un tale livello, per arrangiamenti, spessore, poeticità, capacità di lettura del brano e di interpretazione nelle parti lasciate alle improvvisazioni, da non temere confronti di alcun tipo con i lavori dei più acclamati maestri del genere: proprio la scelta di un repertorio collaudato e, in un qualche modo, conosciuto e italiano lo fa paragonare ai lavori dei grandi pianisti americani che, in trio, ripercorrono la tradizione degli standards e delle grandi canzoni dei musical di Broadway rese celeberrime da arrangiamenti e interpretazioni di musicisti eccelsi. La nostra tradizione presenta Ennio Morricone come campione di scrittura per il cinema, e non solo, e Pieranunzi si fa carico di esplorare le potenzialità jazzistiche di questo repertorio, dando spesso l’impressione di trovare all’interno dei brani una messe di angolazioni, di sfaccettature, di possibilità espressive tali da rendere evidente come il repertorio di Morricone sia una miniera piena di brani da sfruttare e ripercorrere e porta avanti questa sua ricerca in un modo tale da emozionare lo stesso Morricone, che, nelle note di copertina, dichiara il suo apprezzamento e la gioia di poter ascoltare la sua musica riadattata per trio in modo così brillante.


Se consideriamo il fatto che questa musica nasce come commento per delle immagini e viene arrangiata per orchestre e ensemble molto più larghi del trio jazz più classico, possiamo avere la misura del lavoro, e, visto, il risultato, della qualità del lavoro di Enrico Pieranunzi: in nessun brano, in nessun passaggio si avverte la mancanza di qualcosa, mai si nota qualcosa di fuor di posto, tutto trova la sua propria collocazione nel modo più naturale e senza alcuna forzatura.


Sull’esecuzione non c’è molto da dire: il disco è tutto da ascoltare, e ripetutamente, e segnalare un assolo piuttosto che un altro, un brano o un particolare momento piuttosto che un altro è riduttivo; nei suoi 64 minuti, il cd non ha un attimo di pausa, di flessione, c’è un equilibrio perfetto di emozioni e bravura, di trasporto e ragione che ne fa un unicum di rara bellezza.


Infine una parola sulla scelta dei brani: la scelta è caduta in massima parte su tracce legate al periodo a cavallo del 1970, e su film molto legati ad un immaginario italiano ben definito, Le mani sporche, .. Correva l’anno di grazia 1870, Stanno tutti bene; sono stati evitati quei temi, bellissimi, dei film di Sergio Leone, o altri, come Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto o Novecento, forse anche perchè di troppo facile impatto e più legate a un gioco di rimandi tra immagini e suoni: con questo Pieranunzi ha voluto rendere un ulteriore omaggio alla musica di Morricone, costruendo una sorta di filo conduttore che lega le musiche del compositore romano allo sviluppo e alla storia del nostro paese.