Dado Moroni & Enrico Pieranunzi – Live conversation

Dado Moroni & Enrico Pieranunzi - Live conversation

Abeat Records – AB JZ 039 – 2006






Dado Moroni: pianoforte

Enrico Pieranunzi: pianoforte


Quale proposta migliore, per la giovane casa discografica lombarda Abeat Records, poteva firmare la nuova collana denominata Signature Series, se non quella di far discutere, a colpi di “martelli”, due fra i più importanti pianisti italiani. Live Conversation è uno scambio di opinioni, un discutere il classico del jazz. Cinque pezzi standard. Naturalmente la tecnica e l’inventiva vengono elevate all’ennesima potenza, senza peccare di superiorità e bravura. Un buon momento per apprezzare non solo le doti musicali dei due pianisti, ma anche la grande passione per una musica pura e di grande stima personale.


Il concerto che ha dato vita a questa registrazione si è tenuto all’Università del Melo di Gallarate nell’ottobre del 2005. La buona registrazione consente di far ascoltare in modo (quasi) chiaro i due pianoforti, nei primi due brani Moroni al canale sinistro e Pieranunzi al destro, negli ultimi tre viceversa. Grazie a questa separazione riusciamo a distinguere più nettamente lo svolgimento della loro conversazione, fin dalle prime note di Solar di Miles Davis (standard iniziale), si può comprendere la profonda intesa che vi è fra i due, tale da far confondere l’orecchio trasportandolo ad uno solo pianoforte introduttivo. Come è stato accennato prima, il lavoro di muscoli è molto accentuato, ma giustificato da un grande ondata swing tale da travolgere anche il più posato e introspettivo Pieranunzi. Si buttano idee che vengono subito raccolte al volo e da accompagnatore si passa a solista, anche proponendo nuovi temi o vecchi standard. Si possono cogliere facilmente questi passaggi ascoltando il quinto e conclusivo Autumn Leaves, di oltre diciannove minuti, con Caravan di Ellington verso il settimo minuto eseguito da Pieranunzi e quasi al diciottesimo minuto Moroni introduce Blue Monk di Thelonious Monk e il compagno di viaggio ne esegue poco dopo il tema. Un disco che fa volentieri a meno di usare strumenti come la batteria e il basso, pregevolmente sostituiti dalle sezioni ritmiche inventate al momento, utilizzando il pianoforte come un traduttore simultaneo di timbri sonori.