Finnish Jazz. Recensione. Take it with me

Ilmiliekki Quartet - Take it with me

TUM Records – TUM CD 020 – 2006




Verneri Pohjola: tromba

Tuomo Prättälä: chitarra

Antti Lötjönen: basso

Olavi Louhivuori: batteria


Intervista a Verneri Pohjola





La natura di Take it with me, lavoro pubblicato nel novembre del 2006 dall’Ilmiliekki Quartet, potrebbe essere riassunto nella definizione di elegia postmoderna.


Il taglio che i quattro giovani musicisti danno al lavoro consiste in una presa di posizione traversale: un rapporto maturo e sereno con la sperimentazione e con il passato, la volontà di inserire elementi differenti e di far convivere influenze variegate all’interno dei propri brani, una vena riflessiva e intima e la necessità espressiva di metterla in evidenza nel modo più coerente.


Presa di posizione che interviene nei diversi livelli della musica proposta nel disco: nel suono e nella composizione, nella ripresa dei brani dal rock d’autore – Tom Waits, Suzanne Vega e Red Hot Chili Peppers, e nella disposizione delle atmosfere.


Verneri Pohjola, Tuomo Prättälä, Antti Lötjönen e Olavi Louhivuori dispiegano nelle nove tracce del disco le motivazioni appena citate: affrontano la libertà delle (e dalle) strutture e ricercano la melodia nel senso più lirico, si confrontano con la canzone d’autore e con le venature classiche e romantiche del proprio stile. Il risultato é nel suono dei brani che si susseguono. Brani delicati e dal sapore vagamente malinconico; passaggi più nervosi ed energici ma, ugualmente, accentati di un tono riflessivo e intimista. Una poetica animata da una vena di ricerca minimale, dall’esplorazione del significato del suono e dell’utilizzo del suono stesso: é costante nel disco la volontà di aprire spazi – per mezzo dei suoni, dei silenzi, della dilatazione di alcune strutture – attraverso i quali insinuare domande e stati d’animo, possibili risposte e interpretazioni.


L’attitudine postmoderna del quartetto si riscontra nel senso di sperimentare cose già sperimentate da tutta la storia musicale passata: una lettura che può tenere conto di esperienze diverse e apportare la propria sintesi personale. In Take it with me, l’Ilmiliekki Quartet crea una poetica rigorosa e accorata, una poetica che unisce, con coerenza, le diverse anime musicali che fanno parte del linguaggio musicale odierno e recupera con un utilizzo sottile e delicato, suoni e strutture delle epoche più lontane. La sintesi di questo risultato é se si vuole Porcelain dei Red Hot Chili Peppers: la melodia del brano viene ridotta alla matrice essenziale, rispettata nella sua integrità quanto stravolta da un lavoro di sottrazione: é il sentimento di attesa a dare colore all’esecuzione; é il suono, con semplicità e immediatezza, a veicolare il sentimento.


Entrano infatti nelle tracce del lavoro influenze classiche e quasi cameristiche, la moltiplicazione della voce della tromba, aperture progressive e spazi liberi, la logica e il linguaggio dell’improvvisazione; a questo si aggiunge la predisposizione melodica e la compattezza della formazione. Elementi diversi disposti in modo da comporre e dare vita alla poetica dell’Ilmiliekki Quartet, per dare corpo e sostanza alle atmosfere dipinte dai brani del lavoro.


Un percorso costantemente aperto a nuove possibilità: il quartetto riesce, così, a raccogliere e disporre i diversi fattori che concorrono a formare il suo linguaggio e ad esprimere nei diversi contesti la sua voce riflessiva.