Finnish Jazz. Recensione. X-Ray

Eero Koivistoinen Music Society - X-Ray

Silence – SLC027 – 2006




Eero Koivistoinen: sassofoni

Teemu Viinikainen: chitarra

Georgios Kontrafouris: organo

Seppo Kantonen: pianoforte, tastiere

Timo Hirvonen: basso

Sami Kuoppamäki: batteria

Jussi Lehtonen: batteria


Intervista a Eero Koivistoinen





… e all’elenco dei musicisti presenti nel disco, al “gruppo residente”, vanno aggiunti gli ospiti della Music Society di Eero Koivistoinen: Abdissa Assefa, Ismaila Sane alle percussioni; la sezione fiati composta da Esko Heikkinen, tromba, Antti Rissanen, trombone, Pepa Päivinen, baritono; l’apporto tecnologici sui suoni Jonas Verwijnen e le voci di Bina Nkwazi, Charles Salter, Hannu Leiden, Maria Hänninen e del rapper Redrama.


Inizio atipico per una recensione, ma utile per evidenziare la natura di un disco sfaccettato, animato da suggestioni diverse e stili differenti. Eero Koivistoinen afferma, nell’intervista, di aver concepito come una sorta di programma radiofonico: in effetti, è un’ottima definizione per la musica della Music Society. Koivistoinen non cerca tanto la sintesi, quanto punta ad interpretare, in modo diretto, come si conviene, ogni brano nella forma che lo contraddistingue. Il sassofonista non guarda agli eventuali punti in comune ai diversi linguaggi, ma dirige tutte le voci presenti nel disco verso una espressività sempre calzante con le atmosfere e la natura di ciascun brano. Si passa perciò dalle suggestioni africane di Zavala al soul anni ’70 di Commentaires, brano che sembra provenire, senza mediazioni, dalla colonna sonora di Jackie Brown; dall’acid jazz di Listen what I say, al rap di X-Ray, al jazz groovy di Straight Up, alle esperienze del jazz elettrico degli anni ’80 di On the road.


Un forte legame viene dato dagli interventi del gruppo residente: la capacità dei solisti e della ritmica di saper interpretare – come l’orchestra che suona dal vivo in una trasmissione radiofonica, appunto – ogni genere con la dovuta precisione, con la necessaria esperienza, rende credibile l’intero percorso del lavoro. Eero Koivistoinen e Teemu Viinikainen riescono a modulare il suono dei propri strumenti in modo da aderire perfettamente alle necessità di ciascun genere e farle proprie; il lavoro della ritmica, nel cambiare aspetto, è sottile e notevole, al tempo stesso, imprescindibile nella filosofia del disco. Il suono della ritmica viene integrato ed espanso dalla sovrapposizione di organo e tastiere, dalla presenza contemporanea dei due batteristi in Zavala, On the road e Around the corner: una soluzione efficace, quanto discreta nella resa finale, che permette al gruppo di delineare il suono di ciascun brano con precisione.


Ovviamente, i riflessi dei suoni e le attitudini musicali si incrociano tra loro e contaminano i diversi brani. Le percussioni africane rappresentano un riferimento importante nelle diverse strade intraprese dal gruppo e, in generale, l’attenzione di Koivistoinen sui ritmi e sulle percussioni costituisce un discorso che viene sviluppato e nel corso del disco, con l’utilizzo della doppia batteria, con il lavoro compiuto Jonas Verwijnen in Jack D e, non ultimo, con l’affrontare ritmi diversi tra loro. X-Ray mette in evidenza la capacità di Eero Koivistoinen e dei suoi musicisti di passare attraverso i generi e i suoni, mantenendo sempre alta la qualità del lavoro.