Norbert Stein – Graffiti suite

Norbert Stein - Graffiti suite

Pata Music – PATA CD 018 – 2006




Norbert Stein: sassofoni

NDR Big Band





Problema: come nell’arte concettuale contemporanea, ciò che vale dell’opera è l’idea che ne identifica il senso o la forma che realmente la rappresenta?


Questa musica vale per l’idea progettuale che la origina o per la possibilità che la sua “forma” espressiva riesca a rendere realmente comprensibile il suo presupposto concettuale?


In parole povere il progetto espressivo di Norbert Stein è affascinante e anche interessante, ma non si può chiarire se non attraverso la definizione di un “frame”, di una cornice di riferimento concettuale che la renda traducibile o per lo meno, che ne permetta di ipotizzare un senso. Presa così com’è, nel suo porsi all’orecchio essa è incomprensibile per quanto estremamente suggestiva e impressionistica, disgregata, dissolutoria per cui non nego che possa interessare. Ma se il suo senso possibile non può darsi pienamente all’ascoltatore se non in un quadro concettuale di riferimento, mi sorge il problema se questa musica sia in sé necessaria e se non basti effettivamente leggersi la sua spiegazione piuttosto che ascoltarsi 2 cd 80 min e oltre di suoni percepibili sostanzialmente random.


Detto questo, il disco va indicato per amanti del genere sperimental-impressivo, a volte collocabili oltre lo stesso concetto di free, che approda spesso, nella dimensione della big band, alla sperimentazione classica contemporanea. Per il resto dell’Umanità è un disco ostico, urticante, violento, destrutturante comunque affascinante, anche difficilmente sopportabile in dosi massiccie. Nel secondo cd sono più frequenti i tratti più specificamente free o “jungle” (molto interessante l’uso della percussione), per cui la leggibilità (l’udibilità) del percorso si fa possibile in quanto collocata all’interno di una musicalità comunque riconoscibile a prescindere dalla concettualità che la ordina… e anche noi finalmente, ci sentiamo più banalmente “normali”.