Simona Premazzi – Looking for an exit

Simona Premazzi - Looking for an exit

PRE 001 – 2006




Simona Premazzi: pianoforte

Joe Sanders: contrabbasso

Ari Hoenig: batteria






Visione energica e improntata alla tradizione del piano trio, Looking for an exit rappresenta una prova brillante per Simona Premazzi, giovane pianista italiana residente a New York.


Tradizione, energia e personalità: accompagnata da una ritmica solida e spigliata, composta da Joe Sanders e Ari Hoenig, Simona Premazzi si muove con sicurezza sia sui brani originali che sui tre standard scelti. L’approccio unisce le tre direzioni elencate sopra: l’originalità, propria della lettura degli standard, mantiene in ogni caso brani celebri, come Autumn Leaves, Just one those things e But not for me, all’interno della tradizione; la personalità e l’energia diventano chiavi di lettura, possibilità espressive, per interpretare la tradizione attraverso il proprio mondo e di esprimere, al contrario, le emozioni personali attraverso la tradizione del jazz.


L’approccio allo standard chiarisce l’atteggiamento musicale di Simona Premazzi: la voglia di mettere le mani sulla costruzione del brano si unisce, in modo significativo, alla voglia di non stravolgere il brano, di lasciare fluire e riconoscere i passaggi e le note. In modo speculare, nei brani composti dalla pianista risalta l’ascolto e l’amore per la tradizione e per le diverse stagioni del jazz, un amore e un ascolto che vengono filtrati attraverso sferzate energiche, attraverso combinazioni personali degli accenti provenienti dai vari territori del jazz.


Energia e personalità vengono ad essere protagoniste anche di brani ritmicamente più contenuti, come B.R.A.D. oppure Junkie Paper Dragon, in modo coerente con l’atmosfera del brano, il pianoforte disegna le proprie linee senza arretrare, con netta determinazione. Un suono dolce, ma deciso, riflessivo quanto spigliato.


Looking for an exit segna un passaggio di buon livello per Simona Premazzi, come si diceva in apertura. La pianista coniuga le proprie necessità espressive con la lezione della tradizione e unisce, con attenzione e verve, l’energia e l’esuberanza del suo stile con il vocabolario consolidato dalla storia del piano trio.