Kekko Fornarelli – A French Man in New York

Kekko Fornarelli - A French Man in New York

Wide Sound – WD 168 – 2007




Kekko Fornarelli: pianoforte

Rosario Giuliani: sassofoni

Yuri Goloubev: contrabbasso

Manhu Roche: batteria

Attilio Terlizzi: batteria






Dopo Circular Thought, album d’esordio uscito nel 2005, A French Man in New York è il nuovo lavoro del pianista Kekko Fornarelli, pubblicato a due anni di distanza ancora per la Wide Sound. Il francese nella grande mela è il compianto Michel Petrucciani a cui il disco è dedicato. Come scrive Paolo Fresu nelle note di copertina, l’influenza del piccolo grande musicista transalpino è stata notevole per tutta la nuova generazione di pianisti moderni e ancor di più per quelli di origine europea, laddove la melodia prende la sinuosa forma del pensiero e dove la scuola evansiana diviene più ascesa e popolare.


La storia del giovane talento barese è simile a quella di molti artisti italiani, da Bollani a Giuliani allo stesso Fresu, che, partendo dalla provincia, hanno trovato rifugio in Francia, a Lione in questo caso, nella speranza di raggiungere il proprio sogno. Percorso non molto differente da quello intrapreso dallo stesso Petrucciani, partito dal Sud della Francia alla volta di Parigi prima e di New York poi. Ecco dunque la vicinanza e la guida che l’esperienza e la musica di Petrucciani rappresenta oggi per le giovani leve soprattutto di casa nostra.


I tasti di Fornarelli decidono di ricambiare con questo prezioso e riuscito omaggio, che non si limita alle solite stucchevoli riproposizioni di standard che, come spesso accade, nulla aggiungono all’opera cui fanno riferimento, ma è piuttosto composto di brani originali ispirati alla musica di Michel intervallati da qualche tema caro al musicista francese reinterpretati in versione personale.


Ad accompagnare il piano del leader e rendere il tutto ancora più interessante anche il notevole contributo apportato dai compagni che figurano in questo progetto: dal contrabbasso di Yuri Goloubev, intenso e suggestivo anche con l’archetto, alle percussioni di Attilio Terlizzi e Manhu Roche, per anni vicino al pianista francese, fino al sempre eccellente suono dei sassofoni di Rosario Giuliani. Il bel brano d’apertura rispecchia perfettamente quello che sarà filone di tutto il progetto, con un medley che intreccia una composizione di Fornarelli che dà il titolo all’album con uno dei più famosi temi del pianista francese, Manhattan, in cui spicca sia il solo di Giuliani che il continuo interplay tra i protagonisti. Ma è l’intero album che non smette di stupire e anche la scrittura dello stesso leader, autore di tutti i brani originali, è davvero una bella sorpresa e il miglior modo di ricordare la musica, l’esempio e la lezione lasciataci dal piccolo genio francese.


Come conclude Fresu nella presentazione del disco, finché ci saranno musicisti aperti come Fornarelli il jazz continuerà ad essere la musica del mondo, e questo A French Man in New York ne è davvero una splendida conferma.