Foto: Fabio Ciminiera
Marco Di Battista Four @ Marni Jazz Club
Pescara, Marni Jazz Club – 13.3.2008
Marco Di Battista: pianoforte
Carmine Ianieri: sassofoni
Marco Di Marzio: contrabbasso
Pierluigi Esposito: batteria
Mettere in luce un sodalizio lungo e stabile con un progetto particolare. Il concerto del Marco Di Battista Four si sviluppa intorno a due spunti fondanti: la grande conoscenza reciproca e la forte complicità musicale del pianista con Carmine Ianieri e Pierluigi Esposito, da una parte, e la predilezione e lo studio del materiale di Wayne Shorter, dall’altra.
L’interplay tra i musicisti – unione che coinvolge anche il contrabbassista Marco Di Marzio, l’acquisto più recente della formazione – è frutto e conseguenza di un lavoro lungo e costante nel tempo: una condizione necessaria per dare vita a una formazione stabile, ancor più importante per come è stato concepito il programma del concerto. Marco Di Battista affronta, infatti, un repertorio costituito da composizioni originali e brani di Wayne Shorter. La forte coesione del quartetto crea le premesse per fare propri i temi del sassofonista americano e la maturità della pronuncia e delle improvvisazioni mettono in luce il vocabolario musicale dei quattro.
Il percorso proposto dal pianista diventa praticabile grazie alla dedizione dei suoi tre compagni di viaggio: il sostegno reciproco e le necessità espressive sono, se si vuole, causa ed effetto della scelta estetica e contenutistica di Marco Di Battista. Il confronto si rivela un dialogo musicale, una rete tesa tra i due poli d’attrazione del repertorio che permette ai quattro di agganciare la tradizione del jazz moderno e di percorrere le diverse influenze, attraverso la forza e la convinzione dei temi proposti, sia gli originali che le interpretazioni. In pratica il lavoro compiuto su due soli autori consente al quartetto di raggiungere un estremo grado di confidenza con il materiale, di rendere, in modo del tutto esplicito e diretto, la propria personalità musicale.
La ricchezza di spunti della musica di Marco Di Battista costruisce un ambiente sonoro dove trovano posto gli echi della tradizione e le attitudini personali, passaggi repentini e strutture articolate. La funzione intima del riferimento a Shorter è nel mettere a confronto la propria visione, rigorosa e coerente, con il mondo musicale del sassofonista.
L’acustica asciutta e naturale del club di Pescara Vecchia risuona così dei temi composti da Wayne Shorter, sempre affascinanti e sempre ricchi di nuovi significati. JuJu, Witch Hunt, Deluge sono pietre miliari del jazz moderno: reinterpretarli con una formazione che si dedica in modo specifico a questo repertorio e ne deduce una voce personale, da esibire anche negli originali, diventa perciò un importante risultato e, allo stesso tempo, un valido punto di partenza.