Massimo Barbiero: vibrafono, marimba e percussioni
Maurizio Brunod: chitarre
Un viaggio all’interno di sonorità liquide, immersi nelle atmosfere rarefatte costruite da vibrafono e chitarra. Un’accoppiata da strumenti quantomai inusuale per un progetto ben definito: restituire nella musica tutte le sensazioni che può dare l’acqua. Maurizio Brunod e Massimo Barbiero si calano appieno nel progetto Water Dreams confezionando un disco decisamente convincente, dalle atmosfere ben definite, e in grado di unire con coerenza diversi aspetti non solo della musica – coniugando in un certo modo il jazz all’etnica – ma di saldare quasi come in una sinestesia sensazioni uditive e tattili: non è un luogo comune dovuto al titolo dell’album l’associare la liquidità alla loro musica, ma davvero certe evoluzioni chitarristiche di Brunod o certe scelte timbriche di Barbiero si richiamano più che esplicitamente a quell’universo tattile.
Il progetto, nato per l’esecuzione dal vivo e reso possibile dal comune di Vidracco, in provincia di Torino, ha presto trovato una sua dimensione anche in disco, non solo ma anche grazie alla presenza, nell’album, di una traccia video, che permette di apprezzare al meglio sia le video-installazioni che accompagnavano i due musicisti nell’esibizione live, sia la danza di Cristina Ruberto, da sempre impegnata sul fronte dell’unione tra jazz e danza.
Comunque, a parte la ricchezza di spunti che il progetto “Water Dreams” può offrire, anche dal punto di vista strettamente musicale l’album non delude per nulla. Nonostante l’atmosfera sia sempre costante, non stanca mai di farsi ascoltare, anche grazie all’ottimo feeling che i due musicisti mettono in mostra. Entrambi dotati di un ottimo suono, Barbiero e Brunod trovano nei timbri di questo duo un’ottima occasione di confronto e collaborazione, con ottimi risultati su tutti i fronti.