Francesco Scaramuzzino: pianoforte
Alberto La Neve: sassofono soprano e tenore
Sasà Calabrese: contrabbasso
Manolito Cortese: batteria
Marco Tamburini: tromba
Gli “ImPerfet Jazz” hanno cambiato nome, e sono diventati lo “Smaf Quartet”, dove “Smaf” è semplicemente l’acronimo di Sasà, Manolito, Alberto e Francesco. Con la partecipazione di Marco Tamburini, i quattro compagni di viaggio calabresi hanno dato vita a Poesie di Carta, grazie alla complicità della Picanto Records. Il titolo dell’album può incuriosire: è ispirato a “Una solitudine troppo rumorosa”, libro dello scrittore ceco Bohumil Hrabal: il gioco, su cui si snoda l’album, è la differenza tra scrittura e oralità, tra il libro e il fluire dei pensieri, tra la partitura scritta e l’improvvisazione. Ma esiste davvero tale contrapposizione?
L’hard-bop di Francesco Scaramuzzino e colleghi si divincola in effetti senza soluzione di continuità tra elementi scritti e improvvisazioni radicali, riuscendo a condurre il gioco con intelligenza e naturalezza. La presenza di Marco Tamburini nobilita tutto il lavoro, e nei due brani in cui è presente la fluidità del suo suono fa da contraltare perfetto alle peripezie del quartetto.
Del resto, le tessiture di stampo evansiano che Scaramuzzino mette nel suo pianoforte sono estremamente adatte a sorreggere le andature sinuose dei sassofoni di Alberto La Neve, eccellente al sax soprano (ascoltare Numistrano per convincersene), e la sezione ritmica fa il suo lavoro in modo impeccabile.
Dagli andamenti delicatamente ballabili di Poinciana ai ritmi più propriamente hardboppistici di Within You o della title-track (uno dei brani più interessanti del disco, che rivela anche le ottime qualità di Scaramuzzino come compositore), dalle atmosfere blueseggianti di Imperfect Blues, al valzer di Waltz for a new day, Poesia di carte dimostra di essere un album ben concepito, nell’ideazione così come nell’effettiva realizzazione musicale.