Andy Davies: tromba
Ivo Neame: pianoforte
Lorenzo Bassignani: basso
Reinis Axelsson: batteria
Seconda uscita discografica per il rodato quartetto di Andy Davies, formazione vista più volte dal vivo anche in Italia. Non a caso il disco è stato registrato proprio nello stivale, a Bergamo. Getting Giggy – prima pubblicazione per la giovanissima e intraprendente etichetta londinese Rhythm and Muse Records – è un disco composito, dotato di molte sfaccettature e di mille influenze: inoltre, è costruito a partire da sole composizioni originali del titolare. Le caratteristiche del suono della tromba del leader, comunque, sono chiaramente evidenti fin da subito, anche se raggiungono la massima chiarezza in brani lenti come Red tuna lake o Last Rhumba: un melodismo profondo e un vibrato molto particolare rendono la voce di questo strumentista molto piacevole e personale.
A suo agio anche con brani più ritmati – ad esempio Barely Breaking Even – Davies fonde nella sua musica praticamente tutti gli elementi che hanno determinato la storia del jazz, dallo swing più serrato all’hard-bop, dal post-bop al latin, ai ritmi funky, condendo il tutto con – a volte – un pizzico di ironia (Taco flavour kisses in particolare sembra avvicinarsi al sarcasmo del nostro Carlo Actis Dato, non a caso un musicista italiano molto presente sui palchi britannici). Non esente dalla lezione di giganti contemporanei come Dave Douglas – pur senza esserne in alcun modo un epigono – riesce a trovare una propria cifra stilista elegante, in cui condensa anche una certa dose di influenza della cultura tradizionale o popolare. Da parte loro, i tre musicisti che completano il quartetto reggono il gioco con grande professionalità: il gruppo è ben affiatato, e la sezione ritmica sa bene quando farsi da parte per lasciar spazio all’individualità del leader, pur senza mai scomparire, senza mai diventare mero elemento di contorno o di supporto. Un tocco di classe è dato da Ivo Neame, che nei soli mette in mostra una concezione musicale e armonica larghissima, spaziando in poche battute da uno stile all’altro, pur senza scadere mai nel kitsch, ma riuscendo anzi a trovare un perfetto equilibrio di sapore tutto particolare.
L’assoluta commistione di generi diversi filtrati attraverso un tocco personale è del resto l’elemento che, più di ogni altra cosa, pervade tutto Getting Giggy e rende il quartetto di Andy Davies una realtà da osservare da vicino.