Alfa Music – AFMCD131 – 2008
Stefania Tallini: pianoforte
Gabriele Mirabassi: clarinetto
Gianluca Renzi: contrabbasso
Nicola Angelucci: batteria
Maresìa è il quarto disco di Stefania Tallini e si presenta come un passo importante e coerente. Nello stile della pianista si intersecano la dimensione classica e un approccio jazzistico. A caratterizzare il nuovo disco è l’incontro con Gabriele Mirabassi e il suo felice inserimento nelle dinamiche del trio formato dalla Tallini con Gianluca Renzi e Nicola Angelucci. Nelle quindici tracce, si evidenzia la propensione a ragionare con le potenzialità espressive e musicali di un repertorio che arricchisce la visione del jazz con gli stimoli e l’approccio al mondo classico.
Il filo del ragionamento scorre efficace nel corso del disco: la visione ariosa, sia nella composizione che nell’esecuzione, l’approccio ritmico della musica meno pressante e ossessivo, pur senza perdere in vigore, rappresentano le coordinate stilistiche del lavoro. Molti riferimenti, sia nella costruzione della formazione, sia nella gestione degli spazi e delle improvvisazioni, riportano al jazz, è ovvio, ma la sintesi proposta in Maresìa riconduce ad un lavoro di dimensione europea: l’importanza dello swing viene dosata a vantaggio di una scrittura dalla forte impostazione melodica e dalle reminiscenze classiche.
Lo stesso si riflette nelle sonorità del disco: la formazione muta a seconda delle esigenze, senza la paura di dover riempire a tutti i costi gli spazi, ma lasciando prevalere le potenzialità espressive della scrittura. L’incrocio di pianoforte e clarinetto – vuoi per l’aderenza alla natura dei brani, vuoi per le capacità di entrambi i musicisti – colpisce immediatamente nel segno e si rivela come una delle armi vincenti di Maresìa. Le derive classiche della scrittura, vengono interpretate in modo magistrale dagli interventi con l’arco di Gianluca Renzi e dal grande lavoro svolto nelle diverse atmosfere del disco. Il repertorio permette, infine, l’approccio coloristico e melodico di Nicola Angelucci, svincolato da un ruolo canonico e intento a seguire e supportare lo sviluppo dei brani.
Si aggiungono, così, ulteriori appoggi ad una interpretazione aperta ed efficace, per una visione generale rivolta alla sintesi tra i vari mondi sonori intersecati. Le tracce di Maresìa, come si accennava in precedenza, presentano intenzioni stilistiche anche differenti tra loro: si passa dalla sonata classica alle diverse declinazioni del jazz – swing, accenti moderni ed europei e, anche, passaggi free – in un equilibrio sempre stabile e sicuro.
A mantenere la coerenza è la convinzione, raggiunta dalla pianista e trasmessa alla formazione, nell’utilizzo del linguaggio jazzistico e nella gestione, ormai matura e molto personale, della sintesi con gli altri mondi sonori. Con Maresìa, Stefania Tallini ottiene un risultato naturale e stilisticamente coerente, lascia confluire, cioè, anime musicali diverse in un insieme variegato ma, allo stesso tempo, molto compatto: una sintesi intrinseca mette in evidenza la personalità della pianista e la sua capacità di adoperare, di volta in volta, gli strumenti adatti. Il percorso era cominciato nei precedenti lavori, ma in Maresìa gli elementi sembrano trovare da soli il loro posto: ad esempio, gli stimoli brasiliani del titolo e di Choro para dois sembrano defluire, come in una dissolvenza, nelle note di Lontano, nelle quali sono evidenti i risvolti romantici, ma già fanno capolino e si innestano le possibilità dell’improvvisazione, maggiormente sviluppate dal seguente Joking around. Il filo scorre, così, per tutto il lavoro e porta alla visione coerente di Maresìa.
L’incontro di Stefania Tallini con il clarinetto di Gabriele Mirabassi, infine, si potrebbe definire non del tutto inedito: l’unione è stata già sperimentata in Pasodoble, registrazione realizzata come commento alla mostra “Umano come me” dell’artista Barbara Sbrocca, autrice, a sua volta, delle opere presenti all’interno del booklet di Maresìa. Il lavoro di composizione e improvvisazione in duo operato in quella circostanza lo si ritrova anche nelle tre schegge inserite all’interno del lavoro, tra le quali il brano che apre e da il titolo all’intero CD.