Pippo Matino: basso
Flavio Boltro: tromba
Rosario Giuliani, Jerry Popolo, Emanuele Cisi: sassofono
Rocco Zifarelli, Tony Miele: chitarra
Peter de Girolamo, Paco Sery, Mario Rosini: tastiere
Julian Oliver Mazzariello, Elisabetta Serio: pianoforte
Amit Chatterjee: chitarra e voce
Claudio Romano, Sergio di Natale: batteria
Il trascinante basso di Pippo Matino torna all’attacco. Terzo disco, dopo Essential Team dell’anno scorso e il primo, risalente a oltre tredici anni fa, Third è una summa di diverse esperienze e di diversi musicisti, per mettere insieme tredici brani variegati. Minimo comune denominatore dell’album, a parte ovviamente il basso di Matino, il groove: quasi tutto il disco si destreggia su ritmiche funky di sicura presa. Non serve dilungarsi sulle sue ben note qualità tecniche; basti dire che, rispetto all’album precedente, il suo senso del ritmo è qui ancora più in evidenza, e il suo virtuosismo dà sempre ai brani la spinta di cui hanno bisogno, anche se non ci sono sfoggi tecnici fini a se stessi. Brani come Para Oriente, che si avvale della dinamica batteria di Claudio Romano (davvero in ottima forma in tutte le tracce dove è presente) e del dirompente pianoforte di Mazzariello, ne è un ottimo esempio: un medium-tempo trascinante e dal groove incisivo, senza nulla da invidiare all’originale di Tony Williams. Nel disco non manca un sottile uso dell’elettronica, a testimonianza della voglia del leader di continuare a contaminare la propria musica con le fonti più disparate (basti citare We love Joe, dove al synth di Paco Sery si aggiungono le atmosfere orientaleggianti di Chatterjee). E in effetti, pur nel costante riferimento a un certo funky, o a una certa jazz fusion (vengono in mente almeno gli Steps Ahead e Billy Cobham), le contaminazioni sono varie, a partire dalla musica latina e arrivando fino al rock (nel disco è inclusa una rilettura garbata di Money dei Pink Floyd) e alla musica tradizionale napoletana.
Sono compresi nel disco due brani registrati come omaggio a Joe Zawinul, con un gruppo che comprende (oltre al già citato Romano), Chattarjee, Cisi e De Girolamo: un’immersione a tutto tondo nelle atmosfere del grande tastierista recentemente scomparso.
In definitiva, Third è un disco eccellente per tutti gli amanti del jazz più ritmato. A ulteriore conferma della bontà dell’album, va detto che in Italia di musica di questo genere se ne sente ancora poca.