Camjazz – CAMJ 3305-2 – 2008
Landon Knoblock: pianoforte
Joe Rehmer: contrabbasso
Austin Macmahon: batteria
Dopo un primo disco autoprodotto ben recepito anche dalla critica specializzata italiana, il pianista Landon Knoblock torna a far parlare di sé con lo stesso di trio di allora. Questa volta però è intervenuta la CamJazz, a far conoscere il suo lavoro, e ne valeva la pena.
The heartbeat, the breath, come suggerisce il titolo, è un disco intimistico, che vuole essere ascoltato con attenzione per poter dare all’ascoltatore tutte le sottili risonanze di cui è costituito il suo tessuto armonico e ritmico. Il suono potente del contrabbasso di Rehmer sostiene con sicurezza le volate liriche del leader, con la batteria di Macmahon che, nel solco della migliore tradizione del trio degli ultimi vent’anni, più che accompagnare il pianoforte dialoga con lui alla pari, da percussione a percussione. Emblematica in questo senso è New Beauty, che più che inaugurare un nuovo canone di bellezza – come vorrebbe suggerire il titolo – si inserisce all’interno di un soldo ben scavato, ma in qualche modo istituzionalizzandolo. Il fatto che un pianista giovane come Knoblock, alle prime esperienze discografiche, abbia già assimilato così compiutamente gli stilemi dei grandi protagonisti del piano trio contemporaneo (da John Taylor a Jarrett, a Mehldau), sta a significare che ormai questi stessi stilemi sono entrati a far parte della storia del jazz – non nel senso che siano vecchi, ma appunto nel senso che sono diventati istituzionalizzati. Non mancano i momenti più personali, come Sylvie a Montreal, in cui il pianoforte viene preparato (cageanamente) a sottolineare una certa drammaticità del tema, arrangiato non senza influenze free.
Ad ogni modo, il trio di Knoblock è compatto e solidissimo, convincente soprattutto sui tempi lenti proprio in virtù di quel gioco dialogico che coinvolge tutti i musicisti di cui dicevamo prima. Il leader dimostra inoltre ottime abilità compositive, dal momento che tutti i brani sono da lui composti. Il disco è mix abile di diverse idee musicali (i citati New Beauty e Sylvie a Montreal ne sono in qualche modo gli estremi) trattate tutte in modo personale (ai vertici di creativita le due title track, The heartbeat e The Breath, entrambe ricche e variegate). Il disco è già più che una promessa.