Standhard 3io & Silvia Donati – Cocktail Saturno

Standhard 3io & Silvia Donati - Cocktail Saturno






Silvia Donati: voce

Alfonso Santimone: pianoforte, laptop

Alessandro Fedrigo: basso elettrico, contrabbasso, effetti

Gianni Bertoncini: batteria







La El Gallo Rojo è un’etichetta indipendente che si fa sempre più interessante man mano che cresce il catalogo, costituito da un numero limitato di produzioni di alta qualità, incentrate su musicisti non molto noti che propongono una concezione musicale in qualche modo innovativa, o comunque contemporanea: Cocktail Saturno, l’ultimo progetto di Standhard 3io & Silvia Donati, non fa eccezione.


L’intero album sembra far leva sulla reinterpretazione in chiave aggiornata del concetto di standard: ormai sono sempre di più i musicisti di jazz che guardano al mondo della musica pop per alla ricerca di nuovo materiale da elaborare, e il quartetto si inserisce in questo filone. I musicisti reinventano magistralmente brani come Pyramid Song dei Radiohead o Risky di Sakamoto: nel primo caso, per dirne una, destrutturando le caustiche atmosfere della rock band inglese grazie alle sonorità basse della voce della Donati e ad un assolo rarefatto del pianoforte di Santimone, rimanendo comunque all’interno di una sorta di pop-jazz mimale.


Ma accanto a questo sentiero, ce n’è un altro: la rilettura di standard del jazz tra i più diffusi, come Mood Indigo o Garota de Ipanema, secondo la particolare sonorità del gruppo. Mood Indigo è, per fare un esempio, comparabile a un collage di Mimmo Rotella: piccoli frammenti riconoscibili ma che nell’insieme suonano totalmente destrutturati, anche grazie a un uso intenso ma interessante delle possibilità offerte dall’elettronica.


Un terzo sentiero ancora: la qualifica di “standard” data a brani di jazzisti contemporanei, come Steve Coleman (autore di No good time for fairies) o Bill Frisell. Per completare il quadro, non mancano alcuni brani originali, firmati sia da Fedrigo che da Santimone. Questi quattro elementi vanno a costituire un vero e proprio “cocktail” di fonti musicali differenti, grazie alle quali nasce questo disco.


Ma non c’è solo questo: Cocktail Saturno è anche, e soprattutto, una sessantina di minuti di musica interessante e originale – inutile tentare di dare etichette -, che non scade mai nel kitsch pur sorprendendo l’ascoltatore di continuo, trasportandolo attraverso la scoperta di paesaggi sonori inusitati.