Francesco Chebat – Imprinting

Francesco Chebat - Imprinting

Music Center – BA 133 CD – 2007




Francesco Chebat: pianoforte

Attilio Zanchi: contrabbasso

Marco Castiglioni: batteria






Francesco Chebat sceglie di mettere subito le carte in tavola, sin dal titolo e dalla copertina. Le undici composizioni presenti in Imprinting delineano in modo esplicito l’amore e la dedizione alle modalità tipiche del piano trio: la tradizione viene guardata con grande rispetto e con sguardo attento, l’interazione tra i tre musicisti è scorrevole e sempre consequenziale.


Il pianista riesce a conferire ad Imprinting una impostazione tradizionale senza rinunciare agli spazi per le aperture personali. La linea del lavoro è resa esplicita ed evidente: una maniera intelligente di proporre il discorso musicale, creando lo spazio per la confluenza delle diverse anime della formazione. Chebat non nega l’importanza delle influenze ricevute dai grandi interpreti del formato e dispone in tutto il disco il suono elegante del trio; interpreta i brani secondo una prospettiva generale, priva di strappi interpretativi e di intenzioni divergenti, a tutto vantaggio della coerenza complessiva del lavoro.


Le composizioni di Imprinting, in questo modo, mettono in luce l’animo positivo, le “buone vibrazioni”, della scrittura del pianista e portano ciascuna il proprio tassello alla costruzione complessiva del lavoro: si evidenziano alcuni passaggi lirici e romantici; la predisposizione ritmica è, a seconda dei casi, pacata ma non rarefatta, swingante senza essere aggressiva; la dimensione contenuta e gentile dei suoni diventa l’alveo naturale per le intenzioni generali del pianista, una godibile galleria di paesaggi musicali.


Coerenza e oculatezza danno al trio la sua connotazione generale. Imprinting non è certo il disco che intende rivoluzionare il piano trio, ma questo viene messo in chiaro dalle prime note. Il pianista, grazie alla naturale interazione con Attilio Zanchi e Marco Castiglioni, compie un percorso onesto e pertinente e disegna undici tracce non prive di spunti interessanti, ma, soprattutto, dall’andamento sobrio e diretto. La voce del trio attraversa, calma e riflessiva, i brani e si lega in modo sostanziale alla natura delle composizioni: una prova equilibrata, sia per quanto riguarda i singoli momenti che nel suo ascolto completo.