Alessio Menconi – Solo

Alessio Menconi - Solo

Autoproduzione – 2008




Alessio Menconi: chitarra






Alessio Menconi è uno dei più raffinati stilisti della chitarra jazz sulla scena attuale. Difficile che un disco di chitarra solo affascini e colpisca in maniera totale come questo Solo, nel quale il musicista ligure si avventura su sentieri collaudati, resi però nuovi e avvincenti in virtù di una poetica che travalica il manierismo o la ripetitività, fin troppo abusata, degli standard.


Troviamo una dimensione eterea sulla traccia di classici come A house is not a home di Burt Bacharach o Blackbird, del sempiterno duo Lennon & McCartney, che si combinano con la misurata irruenza delle composizioni dello stesso Menconi, quali Improvisation 1, 2 e 3 dove affiora, soprattutto nella seconda (come non potrebbe?) persino l’ombra di Pat Metheny del periodo acustico – solistico degli anni ’80. Quello di New chautaqua, tanto per intenderci.


Il climax di questo solo album registrato a Genova lo scorso febbraio, ci trasporta poi verso una fluida sensazione esotica sulle note di Brasil, sul quale non è immune l’influenza di Charlie Byrd, ma forse maggiormente di Joe Pass. Confesso che in questo album, il buon Alessio (che abbiamo avuto modo di ascoltarlo in un “assaggio” di jam session al recente Serravalle Outlet in Jazz) mi ha colpito in maniera particolare, essendosi affrancato da certi modernismi che in passato lo facevano guardare più verso atmosfere europee, di stampo ECM. In Solo si assapora un chitarrista maturo, perfettamente conscio del proprio patrimonio e della propria provenienza culturale. I mille rivoli che sgorgano da questa incisione provengono dalle più disparate esperienze. Per esempio Come le altre, indissolubilmente legata al nome di Luigi Tenco (anche se non è una delle sue composizioni più note), ribolle di atmosfere gitane che virtuosisticamente abbracciano la canzone italiana. Così pure nel successivo Estate di Bruno Martino e Il nostro concerto di Umberto Bindi, Menconi dialoga con la poetica cantautorale ante litteram che in realtà non conosce stagioni e offre su un piatto d’argento la possibilità di inserirsi e di esprimere la propria sensibilità. Un disco che come il precedente lavoro inciso in trio con Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli (altri protagonisti di Outlet in Jazz), non mancherà di suscitare approvazione da parte dei numerosi chitarristi che si affacciano (o desiderano farlo) sul mondo del jazz interpretato dalla purezza della “sei corde”.