Abeat Records – ABJZ059 – 2008
Giovanni Falzone: tromba
Tino Tracanna: sax tenore, sax soprano
Paolino Dalla Porta: contrabbasso
Vittorio Marinoni: batteria
Stylus Q si muove a tutto campo. Un quartetto ben assortito e privo di strumenti armonici: due fiati in costante dialogo e una ritmica attenta a rispondere ai solisti e a colmare le funzioni armoniche; una totale apertura alle possibilità espressive offerte dalla diverse stagioni e direzioni del jazz.
In primo luogo il quartetto. Tracanna e Falzone si conoscono e collaborano da anni: si sente nel dialogo costante, estremo, libero da qualunque griglia predefinita; si percepisce nell’interazione tra gli strumenti, in alcuni passaggi in cui diventa difficile scindere il suono nelle sue due componenti originarie; si avverte nella predisposizione con cui il gioco di domande e risposte realizza un filo logico unitario e coerente. La ritmica composta da Paolino Dalla Porta e Vittorio Marinoni risponde e propone, stuzzica e incalza i solisti: il ruolo di contrabbasso e batteria si amplia vista l’assenza di strumenti armonici e sorregge con forza, eleganza e precisione l’andamento dei brani.
Trovare posto a esigenze diverse, creare una sintesi, stilistica ed espressiva, intensa e profonda, tra queste spinte. Il disco è compatto e, in questa direzione è aiutato dalla suddivisione in due suites, la prima costituita da brani composti da Giovanni Falzone, la seconda da temi scritti da Tino Tracanna. Le composizioni guardano in ogni direzione possibile, uniscono swing e visioni contemporanee, jazz moderno e derive libere. Lo stesso accade per i toni espressivi: la musica si fa ieratica e scanzonata, diretta e ornata, esclamativa e dubbiosa, sommessa e spigolosa. Sembra un gioco di equilibrio costante su un filo da percorrere in equilibrio, disegnato non in modo consueto e lineare, ma frastagliato e sempre ricco di sorprese: la levità estrema con cui vengono sviscerati gli elementi contrastanti alla base del lavoro, rendono vitale e sempre preciso il percorso della formazione.
La possibilità di rispondere in modo adeguato alle mille sollecitazioni presenti in Stylus Q viene facilitata da improvvisazioni sempre centrate, sempre in grado di dare una lettura attenta e propositiva dei presupposti dei temi e delle costruzioni armoniche dei brani. La scrittura alterna passaggi estremamente definiti e momenti aperti alle intuizioni dei musicisti: gli assolo dei quattro ne sviluppano con estrema coerenza i punti salienti, le note seguono, senza affanni o costrizioni, le “strutture improvvisative delineate, oppure inquietantemente libere” predisposte, per citare il booklet.
Stylus Q e la ricerca della sintesi, anzi delle sintesi. Se la prima evidenza è nella giustapposizione di diverse anime stilistiche, ad emergere con forza è la gestione costante e sempre efficace di un filo narrativo, reso ricco dalla gamma ampia di dinamiche espressive utilizzate. La capacità di disporre linguaggi non è un mero esercizio di stile e la profonda volontà di confrontare gli elementi messi in campo diventa essenziale e funzionale allo sviluppo complessivo del lavoro e ne costituisce uno dei suoi punti di forza.
Una costruzione, al tempo stesso, forte e leggera: Dalla Porta, Falzone, Marinoni e Tracanna sfruttano esperienze e spessore interpretativo per creare un disco dalle basi solide e dal gusto raffinato. Una visione avvincente nelle sue evoluzioni e ricca di significati, grazie alla quale la partecipazione corale dei quattro permette di dare vita in modo efficace a una vera e propria conversazione in musica.