Enja – Enj-95212 – 2008
Livio Minafra: pianoforte
Un tocco elegante ma deciso caratterizza l’approccio pianistico del giovane (e quotato) Minafra, che, a dispetto del luogo comune per cui il disco in piano solo dovrebbe essere un’opera della maturità, si getta a capofitto in un progetto ambizioso: diciamo subito che ne esce, quantomeno, illeso, per fortuna (sua e degli ascoltatori).
Sono immediatamente evidenti i riferimenti culturali in cui si muove il pianista (per altro, figlio d’arte): se l’intero disco è costruito come un omaggio ad Alfredo Casella, è inutile snocciolare una serie di nomi del novecento europeo per inquadrare la sua musica; sicuramente, si può dire che si muove a suo agio dall’impressionismo francese ai compositori russi. I dieci brani (più uno per il solo download digitale – una decisione, francamente, che lascia un po’ sorpresi), interamente originali, si snodano mettendo in mostra da una parte la creatività del linguaggio assimilato da Minafra, piuttosto lontano dal jazz ma certo influenzato anche da quello (giusto per stare nel trito e ritrito, citiamo Jarrett, ma anche Mehldau o Uri Caine), nonché la buona padronanza della tecnica strumentale, anche nel controllo timbrico (forse un po’ meno nelle dinamiche, essendo i brani quasi sempre “a tinta unita” da questo punto di vista). In ogni caso, ogni brano è pregevole e raffinato, per nulla scontato. Non sempre, purtroppo, l’ispirazione dei singoli passaggi è all’altezza della creatività che invece permea la grande maggioranza dei momenti: sicuramente qualche esperienza in più sulle spalle confermerà il talento di un musicista che ha avuto il coraggio di un disco atipico, ma ben riuscito.