Une journée avec Richard Galliano @ MiTo Settembre Musica

Foto: Fabio Ciminiera





Une journée avec Richard Galliano @ MiTo Settembre Musica

Torino, Lingotto – 21.9.2008


L’ultimo appuntamento con il jazz previsto dal programma del MiTo torinese ha preso la forma di un concerto ad libitum – ancorché strutturato in due set – insieme a Richard Galliano. Il tutto reso ancora più sontuoso dall’ambientazione dell’Auditorium al Lingotto, e nell’entrata in scena durante la performance pomeridiana Galliano si guarda attorno ammirato, istrionico e generoso di sorrisi, creando l’attacco perfetto per una di quelle sue vibranti ed eclettiche esecuzioni.


Banale a dirsi, la fisarmonica è comunque uno strumento affascinante, luccicoso, dove la ritmica e il tema si fondono in un prisma sonoro unico. Galliano in solo ne rivela tutte le potenzialità e una milonga tra le sue dita diviene un’opportunità per esplorare tutte le variazioni di colore e intensità possibili, come accade del resto anche con un’inedita versione dell’onnipresente Libertango.


Insieme al violinista Jean-Marc Phillips-Varjabédian, la voglia di esplorare i vari generi musicali si spinge oltre e dunque sono Bach, Fauré ed altri compositori classici ad essere adattati, peraltro in modo assai convincente. Poi è il momento di presentare gli altri musicisti: “Une journée avec Richard Galliano” recita il programma di sala e, infatti, lui arriva e ti presenta i suoi amici, come fossimo a casa sua. Il New Sestet è ormai completamente sul palco, con Varjabédian e Sebastian Surel ai violini, Jean-Marc Apap alla viola, Raphaël Pidoux al violoncello e Stéphane Logerot al contrabbasso. Piazzolla è pronto per essere evocato, effetti di tutti i tipi con gli archi e una fisarmonica che ne rivela i temi, magari senza quella melanconia sottile tipica del compositore argentino ma con la medesima intensità. E allora Oblivion, Otoño Porteno e molto altro, suoni aperti e una certa fisicità del gruppo nell’accompagnare la ritmica (soprattutto il contrabbassista, davvero efficace). La passione di Galliano per gli stilemi di Piazzolla si avverte anche nell’esecuzione delle composizioni originali, con in più quel tocco di tradizione musette che crea un blend personalissimo e piacevole.


Alla sera, lo strumentista che accompagna in prima battuta Galliano è lo straordinario mandolinista brasiliano Hamilton de Holanda, il cui incipit è una milonga struggente alla quale il mandolino regala un attacco complesso e molto esteso; Estate di Bruno Martino – ormai uno standard per molti jazzisti – ha una traduzione molto aperta, un ritmo tanguero, un continuo passaggio del tema tra mandolino e fisarmonica. Bellissima. Orfeo Negro risulta molto lirica nonostante il continuo ricorso all’improvvisazione, che la rende particolarmente originale. Luz Negra, brano che intitola anche l’album che i due musicisti hanno realizzato qualche tempo fa, ha una resa vivace che diventa poesia quando entra l’assolo di mandolino.


Piazzolla naturalmente ricorre anche in questo set, ma rispetto al’esecuzione pomeridiana è trattato in modo molto più jazz, su varie tonalità e vibrazioni. Prevale sui brani quella struttura che permette di costruire gli assolo, e tutti i musicisti del Tangaria Quartet (Sébastien Surel nuovamente al violino, Rafael Mejias alle percussioni e Philippe Aerts al contrabbasso) sono davvero trascinanti.


Piccole scuse di Galliano per la stanchezza (“per me questo giorno è stato una maratona”) e si riparte con Barbara, poi di nuovo il Brasile, una beguine per nulla stucchevole e poi Escualo di Piazzolla, ossia il brano più facile da applaudire e più difficile da rendere e la suggestiva Viaggio, dedicata a Hamilton che è arrivato dal Brasile la sera prima per noi, “e domani deve già ripartire…”.


Una Giornata con Richard Galliano: solenne e però complice, e di grande atmosfera.