Mauro De Federicis & Renzo Ruggieri – Terre

Mauro De Federicis & Renzo Ruggieri - Terre

Associazione Promozione Arte – APA 101 – 2008




Mauro De Federicis: chitarra

Renzo Ruggieri: fisarmonica




Un incontro tra due musicisti d’eccellenza, entrambi virtuosi del proprio strumento e profondamente legati alla musica della propria terra, in un disco che unisce materiale inedito a brani che hanno segnato la storia della musica italiana dell’ultimo secolo (tanto per fare qualche nome, Taglia la testa al gallo di Ivan Graziani, O’ Sole Mio o L’era del cinghiale bianco di Battiato).


In effetti, è questa la ricetta che rende il disco Terre un profondo affresco di cosa succeda quando il jazz e la tradizione italiana si incontrano. Al di là, comunque, delle reminiscenze territoriali (non a caso, visto il titolo), questo è soprattutto un disco di grande improvvisazione: per rendersi conto di come questi due elementi coesistano nelle viscere di De Federicis e Ruggeri basta ascoltare il brano Napoli. Qui, dopo un affascinante tema naturalmente piò che intriso di “folklore”, per così dire, si può assistere ai trascinanti soli dei musicisti; in particolare il solo di De Federicis non si nega un certo spunto citazionista, andando a ripescare, tra l’altro, alcuni passaggi di “Friday Night in San Francisco”, storico disco tutto chitarristico a cura di Al di Meola, Paco de Lucia e John McLaughlin. Non diciamo questo solo per la smania di sottolineare la citazione, ma perché in qualche modo quel lavoro si lega a questo per una comunanza d’intenti: un incontro tra grandi personalità che si destreggiano tra la musica tradizionale di una certa area del mondo, in entrambi i casi mediterranea, e il jazz, con il gusto per l’improvvisazione piò pura, ma senza mai perdere una giusta dose di divertimento. In questo si riassume, per così dire, l’intenzione sia di quello storico disco, sia di questo, non altrettanto storico, ma sicuramente altrettanto gustoso da ascoltare.


In definitiva, davvero un incontro ad altissimi livelli, nel quale si riassumono alcune delle tendenze principali del jazz nostrano. Ma soprattutto, nel quale spiccano le magistrali tecniche di due protagonisti del loro strumento.