Alfamusic – AFMCD133 – 2008
Enrico Intra: pianoforte
Dave Liebman: sax tenore, sax soprano, flauti
Marco Viaggi: contrabbasso
Tony Arco: batteria
Intra meets Liebman è la registrazione del concerto tenuto dal trio di Enrico Intra insieme a Dave Liebman al Teatro Villoresi di Monza, il 4 maggio del 2008; alle dieci tracce del concerto monzese è stata aggiunto Rock, brano tratto dal concerto del giorno precedente, registrato alla Casa del Jazz di Roma.
L’incontro del trio di Enrico Intra con Dave Liebman produce un disco estremamente forte: la formazione si applica con personalità ed energia, razionalità e piglio alle composizioni del pianista. Tutto il repertorio presente nel lavoro è animato da una disposizione lucida, sempre attenta al gioco di sfaccettature e riflessi creato da composizioni coinvolgenti, per quanto non semplici o immediate.
La musica suonata dal quartetto si arricchisce di elementi romantici e classici, così come di sperimentazioni tecnologiche e ritmiche rockeggianti: in particolare, lo sviluppo di Punto Due/Intraludes viene giocato dal’interazione di Intra e Liebman con una banda sonora preparata da Alessandro Melchiorre, un intervento intimo e avvolgente, intrigante nella sua dimensione, allo stesso tempo, elettronica ed acustica.
La costante presa di responsabilità dei quattro musicisti diventa uno degli aspetti più importanti di Intra meets Liebman e rende possibili molti dei passaggi del lavoro, aperti all’improvvisazione corale e, spesso, giocati su elementi armonici e ritmici non consueti.
Bisogna inoltre considerare l’attitudine della formazione, miscela di attenzione rigorosa e di ricerca dell’essenzialità: ogni passaggio viene suonato con particolare forza interpretativa, in modo da stabilire una comunicazione immediata e costante con gli spettatori e gli ascoltatori e nelle undici tracce si susseguono momenti di grande intensità emotiva, come viene sottolineato dai frequenti applausi del pubblico. Le soluzioni espressive predisposte da Intra, Liebman, Viaggi e Arco cattura l’attenzione con una scossa aggressiva ed energica che corre e anima anche e in maniera efficace anche i momenti ritmicamente più contenuti.
In questo modo, sia i momenti costruiti su cellule sonore, anche molto brevi, e riff ripetuti che i temi più articolati diventano un terreno fertile per le improvvisazioni dei musicisti. La scrittura di Enrico Intra e la grande predisposizione dei quattro permettono uno sviluppo sempre coerente e convincente del discorso: dinamiche serrate, grande capacità di giocare sulle sospensioni e sulle sorprese possibili, sulla capacità di suggerire e consentire nuove strade. Si passa con disinvoltura da atmosfere liriche a esplosioni violente, in alcuni casi anche all’interno di uno stesso brano: a rendere il tutto compatto è l’intenzione dei quattro, come si diceva, di esprimere una voce comune, sia seguendo una partitura profondamente formalizzata che negli spunti di improvvisazione collettiva e composizione istantanea.
Infine una parola sul repertorio. La ricchezza di spunti presenti nel disco proviene anche dalla scelta di suonare brani scritti dal pianista negli ultimi venticinque anni, concepiti secondo logiche distanti tra loro e per formazioni di varia estrazione: il concerto trae la propria forza dalla molteplicità delle ispirazioni e, in qualche modo, anche dalla vitale necessità di riprendere e ripensare la materia per un contesto diverso da quello di partenza.