Foto: da internet
Andrea Allione: chitarra
Mario Tavella: contrabbasso
Riccardo Ruggieri: batteria
Un ipotetico jazzofilo forestiero, a Torino avrebbe molto di che gioire per la varietà e la qualità di proposte in ambito jazz. Ogni sera della settimana infatti è praticamente contemplata in un programma ideale che ne comprende ogni sfumatura, comprese le jam session.
In questo senso spicca il palinsesto del Jazz Club Ristorante Le Ginestre, che ha ideato la rassegna Jazz in Barriera – dove quest’ultimo termine indica il quartiere nel quale è ubicato il locale, ossia Barriera di Milano – all’interno della quale gravitano parecchi ottimi musicisti piemontesi, con moltissimi eventi particolarmente interessanti, jam session appunto ogni lunedì sera, ma soprattutto la possibilità di cenare prima di ogni concerto con soli 10 Euro per un antipasto, un primo, un secondo, un dolce e pure un bicchiere di vino! Merito di Antonio, titolare del locale: anima jazz e sensibilità da musicista.
La rassegna, iniziata con una prima tranche a settembre, è tuttora in essere e non si concluderà che a giugno. Ogni venerdì e sabato della settimana (oltre al già citato lunedì d’improvvisazioni) i concerti si dipanano attraverso tutti i colori del jazz.
Un venerdì di qualche tempo fa, il pubblico ha potuto assistere al concerto dell’interessante trio formato da Andrea Allione alla chitarra, Mario Tavella al contrabbasso e Riccardo Ruggieri alla batteria.
Sempre molto sciolto, straordinario nel rendere il tema e saldamente affezionato alle proprie icone (“Wes è il mio mentore!”), Allione propone al preparatissimo parterre del locale una serie di pezzi intensi a cui offrire finali strepitosi, nei quali la sezione ritmica possa prorompere. Tavella è sempre raffinatissimo e molto comunicativo, Ruggieri si scioglie con lentezza ma quando diventa incontenibile è davvero piacevole per il perfetto legame che riesce a creare con chitarra e contrabbasso.
Tra Jimmy Van Heusen e il Monk di Suddenly (bellissima e tesa versione in crescendo) il trio rende il tutto molto sentito, amalgamato, sciolto. Le variazioni di Allione sono sentimento e tecnica, e qualcos’altro che non è definibile ma probabilmente è da ricercare nella perfetta dinamica dello strumentista, che cala e cresce e tira la nota offrendo al fruitore la sensazione emozionante di essere “dentro” il suono.
Il luogo è proprio quello giusto: le bellissime foto di Alberto Ferrero alle pareti e una ripida rampa di scale da scendere per potervi accedere, che fa molto “cave”. Birra e vino e teste che si muovono a tempo. Però il locale è in una via piuttosto popolosa, tra case abitate, e dunque a mezzanotte è necessario che la magia si spenga. Così anche questo trio, dai suoni così pieni e sapienti da sembrare un sestetto, esegue l’ultimo brano quasi in punta di piedi, batteria con uso di spazzole, sorrisi sommessi e gag che dimostrano un affiatamento consolidato anche fuori dalla scena.
Una performance quasi “confidenziale”, con tre grandi strumentisti. Da ripetersi a breve, e in realtà solo una delle tante bellissime proposte all’interno del programma delle Ginestre. Per questo motivo ne parleremo ancora parecchio.