Angelo Olivieri – Echoes / Nadir / Oidé

Angelo Olivieri - Echoes / Nadir / Oidé

Terre Sommerse – TS-JèI-004 / TS-JèI-003 / TS-JèI-001 – 2007


Angelo Olivieri: tromba

Pasquale Innarella: sax tenore, soprano

Armando Battiston: pianoforte, flauti

William Parker: contrabbasso

Hamid Drake: batteria

Alessandro De Angelis: pianoforte, piano Rhodes

Angelo Olivieri: tromba, flicorno

Angelo Olivieri: tromba, flicorno, pocket trumpet

Susanna Stivali: voce

Carlo Cossu: violino

Luciano Orologi: clarinetto e sassofoni

Piero Bronzi: sassofoni

Alessandro De Angelis: pianoforte

Roberto Bellatalla: contrabbasso

Marco Ariano: batteria e percussioni

Claudio Raggio: chitarra




Triplice uscita per l’etichetta Terre Sommerse, all’interno della collana JèI (Jazz è Improvvisazione), per il trombettista toscano Angelo Olivieri, eclettico musicista. I CD in questione rappresentano bene la versatilità di Olivieri, impegnato in tre ambiti completamente diversi ma ognuno dei quali con ricchi spunti di interesse.


Echoes è una registrazione dal vivo di un concerto all’interno del Ceglie Jazz Festival il 26 giugno 2006. La formazione è quella classica del quintetto, con i sassofoni di Pasquale Innarella, il piano di Armando Battiston e con una ritmica davvero d’eccezione formata dal contrabbasso di William Parker e Hamid Drake. I due musicisti americani sono davvero una coppia di lusso e si sente, fornendo un tappeto ritmico unico e incessante, sfruttato a pieno da Olivieri e compagni. I cinque lunghi brani proposti sono a firma dei tre italiani, eccezion fatta per l’ultimo che vede la firma dell’intero ensemble. Fin dalle prime note, i due fiati iniziano ad inseguirsi in un costante dialogo in cui, come spesso accade nelle formazioni in cui figura Parker, tutti diventano protagonisti in un contesto d’avanguardia. Sia Olivieri che Innarella appaiono in stato di grazia tra armonici ed improvvisazioni free, riuscendo a calarsi perfettamente in quel contesto tipicamente black dipinto dai loro compagni d’avventura. Una bella occasione per riascoltare un incontro difficilmente ripetibile che merita davvero di essere ascoltata e conservata.


Di tutt’altra atmosfera l’incontro, racchiuso nell’album Nadir, tra la tromba di Olivieri e i tasti del pianista Alessandro De Angelis, impegnato qui anche nell’uso sapiente degli effetti del piano elettrico, e con il quale collabora oramai da diversi anni. Il contesto in duo fa sì che ne esca un lavoro più intimo, confidenziale e profondo, in cui l’interplay non può che esserne l’elemento fondante. I brani scelti sono un mix di musica popolare e sperimentazione in un continuo dialogo tra i due protagonisti impegnati tra brevi improvvisazioni e riuscite riletture di standard jazz come Goodbye Pork Pie Hat di Mingus o Turn Out The Stars di Bill Evans, passando per brani provenienti dalla cultura popolare angolana e toscana. Il tutto rimane sempre di ottimo livello anche se talvolta non viene del tutto scongiurato il pericolo di risultare alla lunga un po’ troppo ripetitivo e costante.


Formazione decisamente più allargata invece per la terza uscita Oidé, caratterizzato da dodici composizioni tutte a firma di Olivieri, in un lavoro complesso che merita di essere ascoltato con attenzione. Un lungo intro di De Angelis, che figura al piano anche in questa occasione, apre questo album, registrato nel luglio del 2004, in un susseguirsi di diversi momenti e situazioni in cui si può apprezzare tutta la duttilità della scrittura di Olivieri. Così si passa da brani semplici e lineari ad alcune più brevi ballad arrivando a momenti più articolati ed impegnativi senza che l’ascolto ne risenta, complice anche l’ottimo contributo fornito dal resto dei protagonisti, tutti impegnati con l’unico obiettivo di far prevalere la musica d’insieme. Qualità dei singoli che comunque non faticano ad emergere, come la voce di Susanna Stivali o il contrabbasso di Roberto Bellatalla, in un ensemble che meriterebbe di essere menzionato tutto.


Tre album che risaltano tre aspetti della musica di Olivieri in tre contesti differenti che danno l’opportunità di apprezzare e scoprire ancora una volta la scrittura, le qualità e il gusto di questo valido e interessante musicista toscano.