Gerald Cleaver – Gerald Cleaver’s Detroit

Gerald Cleaver - Gerald Cleaver's Detroit

Fresh Sound New Talent – FSNT 301 – 2008

Gerald Cleaver: batteria

J. D. Allen: sax tenore

Andrew Bishop: sax soprano,sax tenore, clarinetto basso

Jeremy Pelt: tromba, flicorno

Ben Waltzer: pianoforte

Chris Lightcap: contrabbasso




Nato a Detroit nel maggio del 1963, Gerald Cleaver è senza dubbio considerato tra i più completi e versatili drummer della sua generazione. Già collaboratore in svariati progetti a nome di musicisti come William Parker, Roscoe Mitchell, Matthew Shipp, Craig Taborn, Tim Berne e Reggie Workman, Cleaver ritorna su disco in veste di leader con questo suo secondo lavoro inciso per la Fresh Sound New Talent.


Il progetto, dedicato alla città natale del batterista, si muove per lo più dentro decise sonorità altamente rappresentative del moderno bop contemporaneo. Da tale chiave di lettura si propagano altre strategie ricche di suggestioni e colorazioni mai tese ad innescare conflitti. Profondità espressiva e concreto spessore di contenuti sovente richiamano gli anni Sessanta e agitano una continua imprevedibile tensione emotiva nel corso di tutto il disco. Emozionante in tal senso è il “brivido caldo” trasmesso da una meravigliosa ballad intitolata Henry dove il tenore J.D. Allen ci riporta indietro in forme vaste e contemplative (a ciò contribuisce il bel solo del pianista Ben Waltzer).


Il clarinetto basso e la batteria sono invece i protagonisti nell’apertura di Dorham, composizione dal piglio decisamente orchestrale eppure fresco e incisivo nella sua irradiante spigliatezza (plauso va inoltre al trombettista Jeremy Pelt felicemente ispirato al leggendario trombettista qui omaggiato).


Grateful è invece un richiamo passionale al rag time con l’andamento pianistico assai palese dello straigh piano ed un Allen davvero in gran spolvero. Si ritorna invece al concetto sessantino di libertà nel bellissimo concitato maremoto di Seven Siter Down (davvero un peccato sfumare il pezzo dopo pochi minuti).


Intrigante e introspettivo risulta poi The Silly One, brano posto in apertura del lavoro, introdotto magnificamente dalle armonizzazioni aperte al mistero di Far East (side). Bop deciso e penetrante di un linguaggio acquisito nel fermento culturale degli anni Ottanta e qui esibito con classe, eleganza e sicura determinazione.


Interplay ambizioso e passionale rendono impegnati costantemente i fitti dialoghi inscenati dai componendi della formazione, completata oltre che dal granitico leader, dall’apporto sicuro ricco di profondità dinamiche del contrabbassista Chris Lightcap.


Il resto del progetto si muove tra tenace e disinvolto swing (Step Three e Piligrim’s Progress, aggressivo e velocissimo), squisita eleganza estetica (Carla’s Day), e nel delizioso medium tempo di Found. L’originale viaggio nella motor town non poteva che chiudersi con Detroit, cantabile pezzo mordace e rivelatore che sigilla un disco prezioso di quella raffinata urgenza che caratterizzata la caratura artistica di un validissimo musicista come Gerald Cleaver.