Io non credevo che questa sera. La Crus @ Lampi

Foto: Nick Pilla (per gentile concessione Musicamorfosi)





Io non credevo che questa sera. La Crus @ Lampi




La Crus.

Cesare Malfatti: chitarra e elettronica

Mauro Ermanno Giovanardi: voce

Leziero Rescigno: batteria

Luca Saporiti: basso

Paolo Milanesi: tromba

Gruppo d’archi di Musicamorfosi diretto da Feyzi Brera


Sembro.

Cesare Malfatti: chitarra e basso elettrico

Stefano Ghittoni: tastiere, elettronica

Dodo Nkishi: voce e batteria


Sesto e penultimo appuntamento di questa stagione con la rassegna Lampi, organizzata da Musicamorfosi: un concerto un po’ atipico per una testata jazzistica come la nostra, ma certo non per l’eclettico cartellone del festival monzese. In apertura, infatti, è stato dato spazio (per pochi brani) ai Sembro, nuovo progetto di Cesare Malfatti, chitarrista dei La Crus, in questo caso in compagnia di Stefano Ghittoni, dei The Dining Rooms, alle tastiere, e Dodo Nkishi, dei Mouse on Mars, alla batteria e alla voce. Il progetto, incentrato su atmosfere elettro-folk e semplicità armoniche, non ci ha convinto: è apparsa debole la tenuta dei brani, a volte frutto di una scrittura banale e irrimediabilmente già sentita, nonché l’affiatamento dei musicisti, che a tratti parevano decisamente lontani dalla musica proposta. Certo la band è giovane, quindi non è escluso che possa esserci lo spazio per miglioramenti anche consistenti; per ora, però, decisamente non convince.


Di tutt’altro stampo invece l’esibizione dei La Crus, l’ultima in compagnia del quartetto d’archi dei Musicamorfosi: il feeling tra i componenti del gruppo, e in particolare tra il leader e cantante Mauro Ermanno Giovanardi, dotato di una presenza scenica prettamente pop ma decisamente invidiabile, e il trombettista Paolo Milanesi, a loro agio (oltre che nello scambio di battute verbali) anche nell’alternanza della linea melodica della tromba e di quella della voce. Il sound dei La Crus è ormai noto da più di quindici anni, specialmente nel milanese: atmosfere spesso tendenti ai toni grigiastri intrise di elettronica calibrata (e non invecchiata, come spesso accade) ma anche di una componente musicale notevole. I La Crus, si può dire, portano avanti un pop non disimpegnato, che a fronte di liriche spesso piuttosto standard affronta la scrittura del brano, pur nella forma-canzone, con energia e piglio personale. Il concerto di Monza, costituito da brani immediatamente riconducibili al loro sound, ha convinto tutto il pubblico, magari spesso abituato ad altri tipi di approcci musicali.