Giottomusic – LM115 – 2008
Javier Girotto: sax soprano, sax baritono
Luciano Biondini: fisarmonica
Paolo Silvestri: direzione, arrangiamenti
Marco Moro: flauto, ottavino
Mario Arcari: oboe, corno inglese
Guido Bombardieri: clarinetto
Mosè Chiavoni: clarinetto basso, clarinetto
Alessio Pisani: fagotto
Giovanni Hoffer: corno
Gianpiero Lo Bello: tromba
Luca Begonia: trombone
Marco Siniscalco: basso elettrico
Ognuno a suo modo: ogni cd ha peculiarità interessanti, rimandi, a volte qualche autocompiacimento di troppo, ma in generale il panorama della produzione italiana in ambito jazz è del tutto soddisfacente nonostante la mole assoluta di proposte. Con qualche punta d’eccellenza, categoria alla quale appartiene anche il lavoro di cui si parla adesso che non è solo il prodotto digitale di un’incisione corale in un giorno prestabilito : è al contrario un’esperienza sensibile, un vero e proprio viaggio alla scoperta di tutta la gamma timbrica degli strumenti a fiato, ma non solo. E’ in più la testimonianza fruibile di un incontro – felicissimo – tra gli arrangiamenti sapienti di Paolo Silvestri e del suo ensemble di fiati, la fisarmonica evocativa di Luciano Biondini e il volo del sax di Javier Girotto. Emozionante sempre, al di là delle note.
Il primo elemento che si nota in questo cd è la totale immedesimazione di autori e titolo: una scelta assolutamente non casuale, dal momento che proprio il titolo solitamente offre la direzione dell’idea di base, lo spunto più avvincente. In questo contesto tutto poggia proprio sulla compenetrazione di sonorità e stili differenti, dunque bastano i nomi degli artisti a suggerire la volontà di Girotto e Silvestri di unire più linguaggi, attraverso un ensemble di otto strumenti a fiato – legni e ottoni – e un contrabbasso. Un prisma meraviglioso tra improvvisazione e tango, musica classica e milonga, e persino una rielaborazione sinuosa di Paolo Silvestri sul Tango di Igor Stravinsky. Magnifico in certi casi l’utilizzo della fisarmonica, come contrappunto oppure sfumata sullo sfondo a legare l’incalzare leggero dei fiati come accade in Historia de Markarì: composizione di Girotto davvero magica con passaggi aperti e un tema pieno di passione. La scelta degli strumentisti non è casuale e attinge a formazioni classiche come quella di Alessio Pisani al fagotto o Giovanni Hoffer al corno; per contro il trombettista Giampiero Lo Bello, il clarinettista Guido Bombardieri o il trombonista Luca Begonia provengono dal jazz e Mario Arcari all’oboe e corno inglese ha al suo attivo prestigiosissime collaborazioni in vari ambiti (una su tutte il disco di Fabrizio De André “Anime Salve”). Completano questa efficace e poliedrica formazione Marco Moro al flauto e ottavino, Mosè Chiavoni al clarinetto basso e clarinetto, Marco Siniscalco al basso elettrico. Piacevolissima sovrapposizione di diversi registri.
Danza de las madres, sempre di Girotto, è una sorta di milonga complessa nella struttura ma assolutamente deliziosa nello sviluppo del tema ed è notevole Ensemble di Silvestri per la perfetta fusione dei vari timbri e per la sensazione di divertissement che si avverte nella costruzione del brano. El Cacerolazo – già eseguita nel 2002 dall’Aires Tango di Javier Girotto con l’orchestra sinfonica diretta da Paolo Silvestri – è dunque un pezzo a cui entrambi tengono particolarmente e in questa versione è eseguito con un’ambientazione perfetta.
Tango senza Donne e Sem Saudade evocano entrambe l’idea dell’assenza grazie a una nota melanconica molto toccante; pertinente la funzione del trombone in Like a Folk Song e del sassofono in El Malòn (forse il tema maggiormente memorizzabile) e infine El Morocho che nell’essenza è un tango contaminato però da digressioni jazzistiche di grande raffinatezza.
Questo lavoro, prodotto da Giottomusic, ha in qualche caso una resa strabiliante, è profondissimo ma lieve, costringe ad un ascolto “dotto” ma fa venire voglia di muoversi con la melodia. Non credo si possa volere di più: davvero bellissimo.