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In questi primi mesi del 2009 sono usciti molti libri riguardanti il jazz, la musica afroamericana, le sonorità in qualche modo collegabili alle esperienze improvvisate. Ne abbiamo individuali, letti e discussi ventiquattro, ovviamente in lingua italiana, tredici riguardanti da vicino il jazz-jazz, dieci invece su tematiche affini: il ventiquattresimo è in lingua inglese, ma regolarmente distribuito nel nostro Paese e anche di importanza assoluta e quindi viene trattato all’interno dell’editoria italiana, data pure la facilità con la quale il volume si trova presso le grandi catene librarie.
Dunque, partendo dai libri di jazz, va altresì premesso che dall’inizio del 2009 il gruppo editoriale Repubblica-L’Espresso sta pubblicando settimanalmente La grande storia del jazz, opera multimediale in dodici volumi in cofanetto, con libretti, cd e dvd; questi ultimi dal titolo Jazz: Istruzioni per l’uso di Massimo Nunzi con la regia di Elena Somaré, restano la sostanziale novità dell’operazione, giacché la parte critico-discografica riprende la collana di dieci anni fa, purtroppo con una serie di refusi, sviste, errori, imprecisioni sui dati delle registrazioni e dei musicisti, che per il jazz sono fondamentali; originale invece l’aspetto filmico, mega-documentario che amplia la scorsa omonima esperienza di Nunzi per Laterza: si tratta in fondo della prima grande storia del jazz per immagini realizzata da maestranze italiane; poteva essere fatta meglio, ma è già un notevolissimo passo in avanti, anche rispetto ad analoghe più ambiziose opere angloamericane.
L’uscita de La grande storia del jazz ha forse spinto alcune note editrici a buttarsi in questa direzione: ne è prova anzitutto la EDT che pubblica un testo uscito negli Stati Uniti nel 2000: Jazz! Una guida completa per ascoltare e amare la musica jazz di John F. Szwed: un buon manuale sia teorico sia storiografico che continua la tradizione ermeneutica anglosassone, senza grosse novità (tranne forse i primi tre capitoli), benché l’autore sia antropologo, musicista, discografico. La Feltrinelli a sua volta propone un testo appassionante, perché scritto con il cuore, in prima persona, da un celeberrimo trombettista: Come il jazz può cambiarti la vita di Wynton Marsalis è il tentativo riuscito proprio di comunicare la gioia, la positività, la filosofia di una musica che è strettamente legata al comportamento esistenziale; ma le idee sono così chiare che persino i passaggi tecnici (di solito ostili ai non-musicologi) risultano congeniali a una lettura veramente piacevolissima (e utile agli scopi pedagogici). Anche Il saggiatore non è da meno e dopo i grandi libri di esperti statunitensi, passa a un italiano: Le età del jazz. I contemporanei di Claudio Sessa è, come spiega egli stesso, il tentativo di ripetere, ampliandola, la celebre Anatomia elementare del jazz (1970) di Franco Fayenz, in un trittico ideale, di cui viene dapprima pubblicata la parte finale, ossia gli ultimi venti-trent’anni di jazz mondiale: Sessa efficacemente parte dal brano di un disco e lo commenta, ma la disposizione di questi pezzi in ordine tematico è così precisa che alla fine si ha la netta sensazione che sia uno dei pochi studiosi ad avere le idee chiare su cosa e come sia il jazz oggi (pur insistendo soprattutto su CD degli anni Novanta).
Se dunque c’è un denominatore comune a questi tre pur diversi libri è proprio la chiarezza, cosa che invece purtroppo manca ai pur validissimi testi di Vincenzo Caporaletti come l’ultimo Esperienze di analisi del jazz. Armstrong, Parker, Cesàri, Monk, Mingus, Intra, Soft Machine, logica conseguenza de I processi improvvisativi nella musica. Un approccio globale: in entrambi la teoria applicata dall’autore medesimo alle trascrizioni in partiture delle musiche necessita di approfondimenti iperspecialistici. Paradossalmente è meglio leggibile L’arte della batteria bop (Volonté & Co) di John Riley che è un manuale operativo redatto da un esperto solista e didatta.
Sul piano della divulgazione legata al sapere accademico di tipo universitario e conservatoriale Jazz ’68 e Jazz poesia civile, entrambi di Guido Michelone per il DSU (Diritto allo Studio) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, rappresentano due studi in parte antipodici, con differenti modalità d’approccio e di metodo; Jazz ’68 concerne una disamina di quanto discograficamente uscito (centinaia di LP) nel fatidico anno della contestazione, allargandosi a generi concomitanti (soul, rock, pop); Jazz poesia civlie è un’antologia di scritti anche giovanili dove il filo conduttore è rappresentato dal nuovo concetto della musica afroamericana in cui impegno sociale e forma lirica convivono sotto il minimo comune multiplo del ritmo e dell’improvvisazione.
Spostando il discorso sul versante ameno ecco due libri divertenti, ma istruttivi: da un lato per Zona La canzone jazzata. L’Italia che canta sotto le stelle del jazz di Pierluigi “Piji” Siciliani e dall’altro per Instar Un amore supremo di Luca Ragagnin. Il primo è un’esauriente ricognizione sui molteplici rapporti tra jazz e canzone nel nostro Paese dagli anni Venti sino a oggi, scritta con cognizione di causa da un cantautore (e giornalista); il secondo con un titolo che fa riferimento al capolavoro di John Coltrane consta invece di 55 prose liriche (ma i capitoli sono oltre sessanta) attorno a sommi jazzisti: da Adderley a Zawinul, un dizionario romanzato sui generis, perché l’autore è un poeta e dunque sa trasfigurare sin quasi all’astrattismo ogni disco e ogni jazzman che ama.
E ancora poesia si avverte in una nuova iniziativa, Curci Young, che si spera destinata ad ampliarsi magari anche con il supporto di altri scrittori, grafici e musicisti: si tratta di tre fiabe composte dal massimo poeta per l’infanzia Roberto Piumini assieme a Claudio Comini, con i disegni di Fabio Magnasciuti e le musiche di Corrado Guarino sugli originali; dunque John Coltrane. Il treno per Paradise, Duke Ellington. Il giro di Eddy e Thelonius Monk. Il lampione preferito di Mister Voodoo sono dunque autentiche favole moderne che hanno il vantaggio di coinvolgere i bambini attorno a una musica di solito troppo frettolosamente ritenuta molto difficile e perciò solo da adulti.
Per completare il discorso sul jazz-jazz Ippocampo presenta il volumetto A memoria di jazz del francese Hervé Gloaguen, musicista e fotografo, che durante gi anni Sessanta, immortalò a Parigi, New York e New Orleans con raffinati scatti in bianco e nero i principali soliti dal dixieland al free durante i concerti. La Penguin Italia distribuisce l’originale inglese Jazz Recording di Richard Cook & Brian Morton, giunto ormai alla nona edizione e, visti i successi internazionali, ormai pronto a essere aggiornato ogni anno; si tratta, come forse si sa, dell’enorme dizionarione con tutti i CD in catalogo riguardanti il jazz nordamericano ed europeo di statura internazionale: fin troppo rigoroso nelle scelte (talvolta sono esclusi il canto, la fusion, il world-jazz) è però indiscutibile nei giudizi e nel modo di formularli, oltre alla praticità dell’impaginazione (altrettanto fondamentale in opere di questo tipo).
Passando un po’ più velocemente ai libri tangenti al jazz, ecco due testi sulle tendenze contemporanee, Mario Gamba ne Gli ultraterrestri. Musiche della rivoluzione globale (Cronopio) indaga da par suo le sonorità più radicali dell’ultimo decennio, lasciando a certo nuovo jazz, da Butch Morris a William Parker, un ruolo cospicuo in un territorio dove impera soprattutto la ricerca elettronica. Hugh Parker e Yuval Taylor in Musica di plastica. La ricerca dell’autenticità nella musica pop (Isbn Edizioni) raccontano oltre mezzo secolo di sound giovanile che vive il dissidio tra impegno e mercato, categorie forse associabili ai concetti un po’ manichei di vero e falso, riprendendo la lezione di primi bluesmen neri quale simbolo di coerenza e incorruttibilità.
Due aspetti della musica di solito trascurati in Italia vengono ora finalmente indagati su libro: si tratta rispettivamente della critica e del ballo, con gli ottimi Parlare di musica (Meltemi) a cura di Susanna Pasticci e Cinema e danza. Storia di un passo a due (Utet) di Francesca Rosso. Nel primo la musicologa analizza i tantissimi modi in cui si discute di musica, partendo ovviamente dalla critica, ma spaziando tra i media audiovisivi e le funzioni paratestuali: importante ovviamente il capitolo Parlare di jazz: vedi alla voce ‘musica’ di Stefano Zenni. Nel secondo caso una filmologa si concentra, con un excursus storico, sui musical e su tutti i lungometraggi dove appaiono scene di danza o balletto; per il classico genere hollywoodiano i passi del tip-tap sono chiaramente relazionabili alla musica sincopata, che quindi influenza non poco i ritmi di tante divertenti pellicole.
Altre due titoli, di critici famosi, sono da leggere forse per sottrazione rispetto all’argomento jazzistico, toccato solo in maniera indiretta: ma sono testi utili, con i quali si può contestualizzare l’importanza nel jazz nell’attuale realtà nazionale; infatti con Storia dell’industria fonografica in Italia (M&D) di Mario De Luigi si intuisce benissimo il cronico ritardo nei confronti del jazz e delle musiche afroamericane anche da u punto di vista di cultura discografica. Con Il buio, il fuoco, il desiderio. Ode in morte della musica (Einaudi) di Gino Castaldo il rimpianto per un giovanilismo ormai perduto che tra gli anni Sessanta e Settanta fa proprie quasi tutte le istanze sonore del XX secolo dal bebop al punk, si tramuta da nostalgia del passato a lucido interrogativo sul futuro prossimo venturo.
Due testi, invece, sulla felicità personale che passa soprattutto attraverso la quotidianità musicale: L’anno più felice della mia vita. Un Viaggio in Italia 1954-1955 (Il Saggiatore) di Alan Lomax e Colpo di fulmine. Quando i dischi cambiavano la vita (Ibiskos) di Roberto Biasco. Per il celebre etnomusicologo americano, al quale si deve la riscoperta del blues e di Jelly Roll Morton, c’è il resoconto quasi cronachistico del lungo pellegrinaggio da solo o con il giovane collega Diego Carpitella dalla Sicilia al Friuli per registrare al magnetofono il nostro folclore in un’Italia lontana anni luce dall’attuale, ma proprio per questo degna di essere riraccontata e riscoperta. Per l’ingegnere romano, divenuto poi critico musicale, si legge quasi un’autobiografia d’iniziazione mediante il rock dell’adolescenza fino alla scoperta del blues, del bop e dell’hard-bop con il passare degli anni, con le sorprese per i long-playing di culto, annotate in una sorta di diario intimo.
Infine due libri fotografici, riccamente illustrati che attengono, sia pur sui generis, al settore delle bio-monografie: il primo è Quartetto Cetra. Antologia, sketch e parodie (Fandango) a cura di Enrico De Angelis e Carlo Savona (con doppio dvd accluso) sul gruppo vocale più longevo della musica leggera italiana, che a volte si è pure cimentato in stili prossimi via via al gospel, allo swing, dal doo-wap. Il secondo è Odwalla. The world of percussion and dance (Gianotti) di Luca d’Agostino e Massimo Barbiero, quest’ultimo leader appunto di Odwalla, insieme percussionistico tra jazz, avanguardia e world music, dove a parlare sono soprattutto gli scatti bellissimi del celebre fotografo friulano.
Bibliografia citata in ordine alfabetico per autore
Barbiero Massimo, D’Agostino Luca. Odwalla. The world of percussion and dance, Gianotti, Ivrea.
Barker Hugh, Taylor Yuval. Musica di plastica. La ricerca dell’autenticità nella musica pop (Isbn Edizioni), Milano.
Biasco Roberto. Colpo di fulmine. Quando i dischi cambiavano la vita, Ibiskos, Empoli.
Caporaletti Vincenzo. Esperienze di analisi del jazz. Armstrong, Parker, Cesàri, Monk, Mingus, Intra, Soft Machine, Libreria Musicale Italiana, Lucca.
Castaldo Gino. Con Il buio, il fuoco, il desiderio. Ode in morte della musica, Einaudi, Torino.
Cook Richard, Morton Brian. Jazz Recording, Penguin, London (distr. Penguin Italia, Milano).
De Angelis Enrico, Savona Carlo (a cura di). Quartetto Cetra. Antologia, sketch e parodie, Fandango, Rai Trade, Roma.
De Luigi Mario. Storia dell’industria fonografica in Italia, M&D, Milano.
Gamba Mario. Gli ultraterrestri. Musiche della rivoluzione globale, Cronopio, Napoli.
Gloaguen Hervé. A memoria di jazz, Ippocampo, Milano.
Lomax Alan. L’anno più felice della mia vita. Un Viaggio in Italia 1954-1955, Il Saggiatore, Milano.
Marsalis Wynton, Come il jazz può cambiarti la vita, Feltrinelli, Milano.
Michelone Guido. Jazz ’68, DSU, Università Cattolica, Milano.Michelone Guido, Jazz poesia civile, DSU, Università Cattolica, Milano.
Pasticci Susanna (a cura di). Parlare di musica, Meltemi, Roma.
Piumini Roberto, Comini Claudio, Duke Ellington. Il giro di Eddy, Curci Young, Milano.
Piumini Roberto, Comini Claudio, Thelonius Monk. Il lampione preferito di Mister Voodoo, Curci Young, Milano.
Piumini Roberto, Comini Claudio, John Coltrane. Il treno per Paradise, Curci Young, Milano.
Ragagnin Luca. Un amore supremo. Instar, Torino.
Riley John. L’arte della batteria bop. Volonté & Co, Milano.
Rosso Francesca. Cinema e danza. Storia di un passo a due, Utet, Roma.
Sessa Claudio. Le età del jazz. I contemporanei, Il saggiatore, Milano.
Siciliani Pierluigi “Piji”. La canzone jazzata. L’Italia che canta sotto le stelle del jazz, Zona, Civitella in Val di Chiana.
Szwed John F.. Jazz! Una guida completa per ascoltare e amare la musica jazz, EDT, Torino.