Foto: Roberta Guzzetti
Jack Walrath: tromba
Abraham Burton: sassofono tenore
Orrin Evans: pianoforte
Boris Kozlov: contrabbasso
Donald Edwards: batteria
Uno dei collaboratori storici di Charles Mingus, il trombettista statunitense Jack Walrath, è salito sul palco della rassegna “Conoscere il jazz”, quest’anno sottotitolata significativamente “Mingus – Monk – comporre il jazz”. Abbiamo già avuto modo di parlare della serata di apertura, dedicata da Kenny Barron alla musica e allo stile di Monk. Anche in questo caso si è andati in una direzione simile: brani autografi del grande Mingus messi a confronto con pagine originali dello stesso Walrath, anche queste intrise comunque di stile mingusiano. Fondamentale, in questo caso, il particolare rapporto tra scrittura e improvvisazione, trattandosi in generale (come ben si sa) di un jazz particolarmente scritto e organizzato.
Dal punto di vista dell’impatto musicale, il quintetto di Walrath punta tutto sull’energia e l’intensità sonora, vincendo su tutta la linea: i musicisti sono delle vere bombe pronte a esplodere al primo accento sincopato, tutti lanciatissimi negli assoli e precisi negli stacchi all’unisono, in grado di mettere insieme una intensità sonora imbarazzate. E’ apparso particolarmente in serata Abraham Burton, vera sorpresa al sassofono tenore, in grado di tenere assolo-fiume ricchi di idee e groove. Se accoppiate una cosa del genere alla intricata scrittura e alle complesse strutture di matrice mingusiana (quando non proprie del contrabbassista afroamericano) potete pensare a cosa sia il quintetto di Walrath, decisamente una realtà consolidata (anche a livello di fama) oltre oceano ma ingiustamente snobbata in Italia.