New York Days a Torino

Foto: Fabio Ciminiera





Enrico Rava: tromba

Stefano Bollani: pianoforte

Larry Grenadier: contrabbasso

Jeff Ballard: batteria

Michael Blake: sassofono


Registrato per l’ECM all’inizio di quest’anno, New York Days si presenta come uno dei lavori di Enrico Rava più curati dal punto di vista della resa stilistica e dell’estetica raffinata che connota ormai tutta la sua produzione.


Nei “giorni di New York” la sessione era costituita da Stefano Bollani e da un gruppo di artisti estremamente raffinati come Larry Grenadier al contrabbasso e Paul Motian alla batteria con Mark Turner al sassofono, sostituiti per il tour italiano rispettivamente da Jeff Ballard e Michael Blake. Una scelta, quest’ultima, che in primis ha stupito non pochi critici e jazzofili: Blake arriva infatti da alcune esperienze molto differenti, per atmosfera, dalle ambientazioni tipiche delle composizioni di Rava (come la collaborazione con il contrabbassista Ben Allison, ad esempio), e possiede naturalmente un diverso modo di affrontare l’interpretazione rispetto a Turner. Eppure, sebbene in qualche passaggio si avvertisse una certa emozione e un approccio leggermente legato e accademico, Blake è riuscito a non deludere, lasciandosi spesso incalzare dalla tromba di Rava in un incontro di fiati molto poetico e armonico.


Una delle date più attese del tour italiano era quella all’Auditorium Rai di Torino, serata piuttosto blasonata ma di grande fascino alla quale era presente persino Mike Bongiorno, che una volta salito sul palco è stato applaudito a lungo dopo aver annoverato, tra le eccellenze piemontesi imprescindibili, sia Enrico Rava che la Juventus e dichiarandosi gran tifoso di entrambi.


Concerto di una qualità estetica raffinatissima, dove se da una parte Bollani si muove sciolto e quasi scomposto suonando in piedi, talvolta, o muovendosi verso il pubblico, dall’altra Rava si esibisce con quel suo atteggiamento un po’ lontano, muovendo una mano come per spostare il suono e Grenadier da parte sua dà al contrabbasso un suono sommesso ma al tempo stesso pulsante, vibrante. Il risultato è di grande classe e il tocco stilistico è delicato ma incisivo.


Le due ballad Lulù e Luna Urbana sono davvero magnifiche, di una costruzione pulita e precisa, e l’assolo di Bollani è sempre un’esperienza unica. L’interplay è perfetto e se da una parte ci saremmo potuti certamente aspettare un atteggiamento amicale tra Ballard e Grenadier (frutto di intense collaborazioni, tra Chick Corea e Brad Melhdau) o naturalmente tra Rava e Bollani, a meravigliare è proprio il crescente coinvolgimento di Blake all’interno di un gruppo e di un repertorio non usuali per lo strumentista. E il risultato è assolutamente simmetrico.


Un brano particolarmente apprezzato e ben eseguito è Al gir dal bughi, che denota le origini piemontesi di Rava ma anche la sua personale inclinazione per il fraseggio bop. Il piano assume qui una funzione prettamente ritmica e del resto batteria e contrabbasso si producono in meravigliosi assolo che Rava accompagna con un suono arcano: un colpo di fiato, e si ritorna al tema con un’armonia davvero magica.


Con Interiors si è ancora una volta dinanzi all’interpretazione emozionale di un tema struggente, Rava è davvero lirico e il gruppo asseconda questa qualità con una presenza scenica rigorosissima e con passaggi grandiosi.


Ed esiste sostanzialmente un dualismo, in New York Days, tra l’ascolto del disco, molto “ECM Style”, perfetto nella sua freddezza che è rigore, che è stile, e il concerto dal vivo. In quest’ambito specialmente si nota la voglia di tutti i componenti del gruppo di comunicare, di interagire anche forse in funzione dei vari cambiamenti apportati alla formazione. Tutte le esibizioni dal vivo in Italia sono state applauditissime ed è curioso notare come in questo caso particolare, più che in altri, i fruitori notassero le enormi differenze di clima artistico tra sala d’incisione e palcoscenico.


Un bis davvero scatenato premia il pubblico alla fine di un concerto entusiasmante: le ritmiche di Ballard che attraversano le magiche tonalità di Grenadier con uso di archetto, Bollani con sfumature classicheggianti e tromba e sax all’unisono. Rava stavolta ringrazia anche il tecnico del suono e dietro le quinte sorride soddisfatto. Blake da lontano risponde al sorriso, finalmente rilassato. Ottima serata.