Texicalli – TEXCD 094 – 2008
Verneri Pohjola: tromba, effetti
Aki Rissanen: piano, Fender Rhodes, tastiere
Antti Lötjönen: contrabasso, basso elettrico
Emilia Sainisalo: voci
Ilmari Pohjola: trombone
Joonas Riippa: batteria, percussioni, celesta
Juhani Aaltonen: flauto
Mika Kallio: batteria, percussioni
Olavi Louhivuori: batteria, percussioni
Pekka Pohjola: basso elettrico
Pepa Päivinen: flauto alto, clarinetto basso
Ville Herrala: basso
Meta4 string quartet:
Antti Tikkanen: violino
Minna Pensola: violino
Atte Kilpeläinen: viola
Tomas Djupsjöbacka: violoncello
Sono i colori cangianti ed eterei dell’Aurora a dare il titolo a questo disco e a delinearne il carattere musicale. Edito dalla prolifica e interessante etichetta indipendente finlandese Texicalli, questo primo lavoro da solista per il trombettista Veneri Pohjola, che già avevamo avuto modo di apprezzare nei precedenti lavori con l’Ilmiliekki Quartet, sviluppa e porta a compimento alcune delle idee musicali tracciate tra le fila del quartetto, alla ricerca di una più personale cifra stilistica.
Nei brani proposti, tutti a firma del leader, fatta eccezione per Concerto de Aranjuez Amour, resa celebre da Miles Davis nel gilevansiano Sketches of Spain, le diverse anime ed influenze del leader convivono in brani dal sapore, di volta in volta, cameristico (Spirit of S), orientaleggiante (For Three), influenzato dai Radiohead (In The End Of This Album) e dalla tipica connotazione brumosa e meditativa (Akvavit) di tanta musica nordica, senza però disdegnare momenti di gioia espressiva attraverso improvvisazioni appassionate ed energiche
Il musicista finlandese dà alla luce un’album ambizioso nella concezione e compiuto nella realizzazione, sia per il numero di idee musicali poste in gioco che per la capacità di saper fare interagire i diversi elementi che ne compongono il quadro.
Come compagni di viaggio per questo lavoro, Pohjola raccoglie attorno a sé alcuni dei veterani e delle nuove leve di maggior prestigio della scena jazzistica finlandese, che contribuiscono in maniera determinante alla riuscita di questo lavoro. L’idea è quella di non usare una formazione stabile per tutti i brani, bensì, quella di utilizzare, a seconda della situazione musicale proposta, i partner musicali che, per le loro caratteristiche, più si adattano all’occasione.
Una menzione di riguardo meritano Juhani Aaltonen, il cui flauto disegna lirici intrecci con la tromba del leader, e il giovane pianista e tastierista Aki Rissanen la cui fantasia e musicalità espresse sono determinanti nella costruzione formale di molti brani. La presenza del quartetto d’archi Meta4 arricchisce ulteriormente, con passaggi suggestivi e misurati, la già sontuosa produzione musicale sottolineando l’approccio, a tratti, rapsodico dell’album.
Ulteriore punto di forza del disco è una presa sonora, a cui lo stesso Pohjola ha contribuito, che ben mette in risalto le numerose sfumature sonore dei brani e le diverse timbriche che il leader riesce a trarre dalla sua tromba.
Aurora, è un’ulteriore prova, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della felice stagione artistica della nuova scena jazzistica finlandese.