Pierluigi Balducci – Stupor Mundi

Pierluigi Balducci - Stupor Mundi

Dodicilune – Ed250 – 2008




Pierluigi Balducci: basso acustico, basso elettrico, composizione

Luciano Biondini: accordion

Antonio Tosques: chitarra elettrica

Giuseppe Berlen: batteria a percussioni

Quartetto Dark:

Leo Gadaleta: violino

Luisiana Lorusso: violino, voce

Nico Ciricuno: viola

Enrico Melozzi: violoncello

arrangiamenti: Luigi Giannatempo, Pierluigi Balducci, Vito Andrea Morra, Antonio Molinini




Per il secondo disco in casa Dodicilune (il quinto invece, più in generale, come leader) il bassista Pieluigi Balducci fa ancora riferimento agli instancabili Luciano Biondini e Antonio Tosques, proprio come nel precedente Leggero – Live in Bari. Considerati i compagni di viaggio (per quanto in Stupor Mundi l’organico sia allargato alle percussioni di Giuseppe Berlen e al Quartetto Dark), questo disco non poteva che riprendere e continuare il discorso nato due anni prima: come nel precedente, anche qui infatti si ha una instancabile ricerca nella direzione di fondere atmosfere propriamente europee (uno su tutti il bel brano Woland’s Polka) con una concezione del discorso musicale di chiara matrice italiana e mediterranea in generale, matrice presente equalmente in tutti i brani. Come mette a fuoco bene Maurizio Franco nelle note di copertina del disco, sul piano più strettamente formale la ricerca si sviluppa nella direzione dell’intreccio tra creazione estemporanea e scrittura, dove pur dando relativamente poco spazio alla prima, una concezione jazzistica delle relazioni tra i musicisti si fa più che sentire.


Inutile dire che il risultato è eccellente: da una parte le melodie calde e mai banali rendono l’ascolto accattivante fin da subito, conducendo l’ascoltatore là dove Balducci ha inteso “ambientare” le proprie composizioni; d’altra parte, Stupor Mundi si rivela interessante anche per la fusione di un quartetto d’archi con la fisarmonica di Biondini (che merita un plauso speciale), fusione che restituisce grande impatto timbrico. In definitiva, Stupor Mundi si inserisce in pieno in quella corrente di “jazz mediterraneo” che sempre più riscuote successo nel nostro paese, ottenendo risultati di grande originalità e godibilità.