Foto: Paolo Brillo
Rebekka Bakken Trio Unplugged
Jazz Festival Alto Adige – Merano (BZ) 29-06-2009
Rebekka Bakken: voce
Jesper Nordenstrom: pianoforte
Sven Lindvall: contrabbasso
In una tiepida serata d’inizio estate, Merano e la sua Piazza del Duomo divengono teatro di uno dei concerti del Jazz Festival Alto Adige, giunto quest’anno alla ventisettesima edizione.
Un festival, quello altoatesino, spalmato su dieci intense giornate, dove la musica jazz si fa assoluta protagonista. Eventi nelle città, open-air e nei teatri, si alternano a concerti e spettacoli a mezza ed alta quota, tra suggestivi scenari, fatti di rifugi, masi e malghe alpine. All’ombra della maestosa cattedrale meranese si fatica a trovare posto. Un’affluenza simile non era certo prevedibile. Oltre duecento tra appassionati e curiosi, meranesi e turisti affollano la piazza e si affacciano dai balconi delle abitazioni circostanti. Sul palco sta per salire Rebekka Bakken con il suo trio.
L’artista norvegese è considerata una delle esponenti di spicco della scena del folk e del jazz scandinavo contemporaneo. Rebekka Bakken porta con sè tre album all’attivo e un quarto in fase di rifinitura. La sua musica si muove tra dolci ballate in stile “Midwest americano”, brani folk dal chiaro sapore nordeuropeo e il blues, quello grattato e sussurrato, dove la sua voce assume colori e sfumature tipicamente soul e black. Ma lei “black” non è, viene da un paesino non lontano Oslo in verità, e questa sera si presenta in compagnia di Jesper Nordenstrom al pianoforte e di Sven Lindvall al contrabbasso, per un progetto tutto nuovo che si chiama semplicemente “Unplugged”. Una formazione inedita, rispetto alla band al completo che solitamente accompagna la Bakken, che consente alla cantante scandinava di presentare le proprie composizioni in chiava acustica dove la sua voce diventa prima protagonista. E’ una voce che fin dai primissimi brani coinvolge il pubblico presente con le tante sue sfumature calde e gli avvolgenti toni. Il repertorio si compone principalmente di brani pop e folk originali che richiamano alla memoria altre interpreti contemporanee del genere, come Alanis Morissette, PJ Harvey o Joss Stone. Si passa da intime canzoni d’amore dalle struggenti melodie, a pezzi della tradizione folk norvegese (cantati in norvegese), eseguiti anche a-cappella con il solo accompagnamento del pianoforte, sfortunatamente non amplificato in maniera adeguata. Ma è la voce della Bakken che conta stasera. Ed è nei tre brani blues che la chanteuse norvegese si esprime al meglio, scherzando anche con i propri musicisti e lasciando sfogare la propria voce in tutta la sua potenza e precisione.
In chiusura di concerto c’è spazio anche per una gradevole ed espressiva versione di Time After Time di Cyndi Lauper, che il pubblico del Jazz Festival Alto Adige apprezza particolarmente, costringendo il trio a ritornare sul palco per un ultimissimo bis, prima di congedarsi definitivamente.
Chi questa sera si aspettava un concerto prettamente jazz, sarà forse andato via insoddisfatto e con l’amaro in bocca. Tuttavia, quella di Merano è stata una serata di musica ad alto livello, con la voce di Rebekka Bakken che dal nord europa è scesa in Italia per riscaldare gli animi ed emozionare. E sinceramente ci è riuscita.