Nu Bop Records – CD 06 – 2008
Piero Bittolo Bon: sax, flauto, clarinetto basso
Simone Schirru: chitarra
Alberto Fiori: pianoforte
Silvia Bolognesi: contrabbasso
Simone Sfameli: batteria
Chi asserisce che i seminari estivi di jazz sparpagliati in Italia non conducono a nulla di concreto, si sbaglia di grosso.
Formatisi nel 2005 a conclusione dei seminari Marcello Melis svoltisi al Festival di Sant’Anna Arresi “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz”, i Guitto Garage mettono a frutto il loro ingegno compositivo e la loro verve di giovani talenti incidendo il meritato disco d’esordio.
Un cd questo, assai estroso, dal piglio frizzante e senza un attimo di tregua.
I temi sono complessi, zigzaganti ma soprattutto divertenti. La scontatezza in questa incisione è totalmente assente. Prendiamo ad esempio i pezzi scritti da Bittolo Bon, fiatista che già vanta collaborazioni con Butch Morris, Francesco Cusa, Zeno De Rossi, Tiziana Ghiglioni, Achlle Succi e molti altri. Il piglio circense di Torino Nights, con immaginifiche aperture agli interventi solisti, Gallus Dixit genialmente colemaniana, la complessità quasi zorniana di The Art Of Soffritto, la dicono lunga sulla voracità delle strutture del giovane sassofonista veneto. Schirru, chitarrista diamantino e rocchettaro al tempo stesso, offre di contro alla play list una miriade di divagazioni di sconcertante maturità artistica. Il tema de L’alieno è a dir poco sconvolgente per la rapidità degli stop & go ma anche dei solidi contenuti architettonici. Non meno aggressive e trascinanti le tensioni inscenate in Histerica Sed placate solo in Le Nubi e La Pioggia vanno all’Opera, unica suggestiva ballad (si fa per dire) della raccolta. Parole di lodi vanno spese per la Bolognesi, notevole contrabbassista toscana (molte incisioni alle spalle e collaborazioni con i Nexus, Sabir Mateen, sempre con la Ghiglioni, Lewis Barnes e Rob Brown), ironica e sorniona nella conclusiva Impertinente. Musicisti splendidi dunque, in grado di tenere banco e di sostare sul palco per ore senza soluzione di continuità. Sfameli ne è l’esempio più concreto, granitico com’è nel suo drumming puntuale ed energico eppure in grado di inventare figurazioni ritmiche sempre sorprendenti e dinamiche. Bravo anche Fiori, anima gentile e nello stesso tempo ribelle della band, conoscitore del free e della “tradizione nera moderna”.
Incisività e trasporto si fondono in questo bel disco che speriamo abbia al più presto un degno seguito.