Pineto Accordion Jazz Festival 2009

Foto: Fabio Ciminiera








Napul’è mille culure: Napoli a Pineto

Pineto Accordion Jazz Festival 2009, Pineto – 1.8.2009


Un festival concentrato in un solo giorno per offrire al pubblico e alla tradizione della rassegna uno spettacolo originale e popolare al tempo stesso. Renzo Ruggieri per la quinta edizione del Pineto Accordion Jazz Festival ha realizzato un percorso attraverso la canzone napoletana del novecento con un formazione altrettanto vasta e variegata.


Il repertorio, in primo luogo, copre tutto lo spettro del novecento: classici storici e canzoni celebri, Renato Carosone e Pino Daniele; ‘O sole mio e Tammuriata Nera, Luna Rossa e Napul’è – brano che da il titolo all’intero progetto. Una letteratura vasta, dalle mille suggestioni e dalle infinite possibilità. Napoli è stata nei secoli punto di incontro e capitale, porto di scambio e base militare: il primo musicista della città è il Mare, per citare Antonio Onorato, la sua brezza che influenza melodie e ritmi. La straordinaria ricchezza di suoni e melodie appartenenti alla tradizione partenopea hanno caratterizzato un modo di fare musica legato in modo intimo ed intrinseco a Napoli.


Per seguire il percorso scelto, Ruggieri ha chiamato sul palco un ensemble costituito da un quartetto jazz, di un orchestra d’archi, la sua fisarmonica e una cantante. L’intreccio tra il tessuto ritmico e solistico di un jazz dalla chiara matrice napoletana – vista la presenza di Peppe La Pusata, Aldo Vigorito, Ernesto Vitolo e Marco Zurzolo – e la delicatezza armonica, la presenza scenica e la varietà timbrica dell’Orchestra d’archi Benedetto Marcello ha fornito un sostegno sempre ben calibrato alla voce, calda ed espressiva, di Linda e alle escursioni solistiche di Ruggieri. La varietà di soluzioni valorizza il repertorio in tutti i suoi aspetti: una grande spinta ritmica, un trasposto melodico ed emozionale sempre alto e, soprattutto, il coinvolgimento continuo e costante del pubblico e dei protagonisti sul palco.


La formazione complessa e stratificata permette a Ruggieri di sfuggire alla tentazione del ritratto oleografico e di realizzare una galleria di atmosfere sempre diverse, giocando con la disposizione dei brani, oltre che con i suoni, alternando in modo sapiente strumenti, voci e protagonisti. C’è stata, come si diceva prima, molta partecipazione e anche molta energia nel corso di tutto il concerto: tra i meriti del direttore, sicuramente, la capacità di indirizzare quanto l’incontro delle diverse personalità ha messo a sua disposizione. L’esperienza accumulata nelle precedenti prove con ensemble larghi e compositi – come Opera?, centrato sulle opere liriche, e Kappa Project, il tributo dedicato a Gorni Kramer – è servita in questo caso a Ruggieri per operare scelte di regia musicale sempre ben calibrate e portare sul palco un prodotto davvero ben organizzato nonostante tutte le difficoltà che si possono immaginare dietro un’operazione del genere.


Dal canto opposto, la disposizione dei musicisti ad arricchire con il proprio intervento è stata costante per tutto il concerto e ciascuno si è ben integrato nella griglia sonra disposta. Se il dialogo tra i solisti è la manifestazione più immediata ed evidente dell’incontro, la tessitura ritmica e armonica, il sostegno generale alle melodie generato dalle diverse attitudini ritmiche del quartetto jazz e delle sezioni di archi ha messo in luce in ogni circostanza la reciproca capacità di ascolto dei tanti protagonisti e di avere sempre in mente, come primo obiettivo, il risultato generale del lavoro. Alla voce, al sassofono e alla fisarmonica è ovviamente toccata maggiormente la ribalta e Linda, Marco Zurzolo e Renzo Ruggieri hanno spesso incrociato le proprie linee per dialogare e ampliare le possibili interpretazioni dei brani.


Il risultato è in un’interpretazione fresca dei brani. L’arrangiamento riesce a trovare sempre un equilibrio tra rilettura e originalità, senza sovraccaricare né adagiarsi in modo passivo sulla partitura: la sintesi delle differenze contenute nell’organico e l’energia dei musicisti hanno fatto il resto e dato vita a un concerto di grande intensità.