Courtois, Courvoisier & Eskelin – As Soon As Possible

Courtois, Courvoisier & Eskelin - As Soon As Possible

CAMJazz – PRM 7809-2 – 2008



Vincent Courtois: violoncello, elettronica

Sylvie Courvoisier: pianoforte, pianoforte preparato

Ellery Eskelin: sassofono tenore






Piena atmosfera contemporanea per As soon as possible, impalpabile opera interamente improvvisata uscita dalle capacità creative di un trio d’eccezione. E diciamo “d’eccezione” non solo in relazione alle ben note qualità di musicista e interprete che ognuno di questi tre nomi non può che evocare, ma anche perché a suo modo “eccezionale” è anche l’organico stesso che in questo disco viene proposto: sono qui riuniti a confrontarsi, infatti, un pianoforte, un violoncello e un sassofono. Naturalmente già questo non può farci attendere da questo prodotto nulla di scontato: “As soon as possible” si inserisce perfettamente in quella direzione che sempre più avvicina la musica colta del nuovo millennio (ormai dire, con una etichetta stantia, “musica classica del novecento” non ha più, evidentemente, molto senso, almeno se usata per riferirsi alle ultimissime produzioni) ad ambiti diversi del jazz. In questo caso sicuramente il procedimento compositivo – l’improvvisazione totale – ha conosciuto estimatori sia in ambito colto (pensiamo alla cosiddetta musica aleatoria), sia, ovviamente e forse a maggior ragione, nel jazz.


Qui, Courtois, Courvoisier e Eskelin vengono costruendo una musica sottile, genialmente (e istericamente) in bilico tra la pura decomposizione rumoristica (alla quale, comunque, non si cede mai) e la permanenza di strutture, soprattutto ritmiche, che guidano l’ascoltatore all’interno dell’intricata messe sonora che violoncello, pianoforte e sax (tutti trattati anche in modi non convenzionali) riescono a produrre. Ogni brano fa atmosfera a sé, intenzione a sé, ma l’unità stilistica dei brani non si può, alla fine, mai mettere in dubbio: i tre parlano con una sola voce quando necessario, e si scontrano quando serve. Non sempre gli incontri di grandi artisti danno buoni frutti; ma qui “regna l’equilibrio” (come recitano le note di copertina), ed è proprio questo equilibrio a dare la carica ad ogni brano, con la capacità di ogni musicista di accettare le idee altrui, farle proprie e rielaborarle originalmente senza tradire la propria indole, in un meltin’ pot di espressioni “equilibrato”, appunto.