Carl Craig & Les Siecles @ MiTo

Foto: Davide Strada





Carl Craig & Les Siecles. Versus @ Mito Settembre Musica.

Alcatraz, Milano – 5.9.2009

Carl Craig: elettronica

Orchestra Les Siècles

François-Xavier Roth: direzione

Francesco Tristano Schlimé: pianoforte

Moritz von Oswald: elettronica, percussioni


“Versus” è un progetto decisamente strano, così come può sembrare strano che se ne parli su un sito che dovrebbe occuparsi di jazz. In effetti, dall’incontro tra l’elettronica di Craig e i suoni contemporanei dell’orchestra Les Siècles scaturisce una musica poliedrica e sfaccettata, a tratti addirittura “inaudita”, ma che niente ha a che fare con il jazz. Se non per un elemento, che assumiamo come vera e propria “scusa” per poter parlare di questo evento su queste pagine: la contaminazione. Tralasciando vari sproloqui (più o meno sensati, s’intende) sull’opportunità o meno di conservare etichette di genere con i crossover sempre più frequenti del giorno d’oggi, di una cosa siamo convinti: qualsiasi tentativo di far esplodere confini e barriere, di fare un passo in avanti nell’apertura delle forme musicali, deve destare l’interesse di qualsiasi “addetto ai lavori” o semplice appassionato.


Dopo che ci siamo “giustificati”, passiamo a parlare del concerto vero e proprio, che è ciò che qui a tutti interessa. Sul palco dell’Alcatraz si è in qualche modo prolungato l’esperimento che Daniel Craig e Moritz von Oswald hanno intrapreso con “Recomposed”, disco pubblicato non molto tempo fa per Deutsche Grammophone (il che fa pensare): unire sonorità elettroniche che strizzano un occhio alla techno a partiture orchestrali più o meno contemporanee. Nel corso della serata di sono sentite rielaborazioni di Steve Reich (Clapping Music), di Ravel (Bolero), marcatamente indirizzate verso le sonorità e i ritmi che derivano dalla scena elettronica, e brani più propriamente indirizzati verso la contemporaneità “accademica”, come “Streets” dell’italiano Bruno Mantovani. C’è da dire che la location e il tipo di pubblico hanno fatto privilegiare caldamente quei momenti in cui l’elettronica la faceva da padrona (onestamente, crediamo che ascoltare con attenzione musica contemporanea stando in piedi e con il pubblico tipico dell’elettronica sia davvero impossibile): qui infatti emergevano tutte le spinte che un connubio del genere è in grado di far scaturire, anche grazie all’indubbia abilità di tutti i musicisti coinvolti e alla patina di straordinarietà (in senso etimologico) che l’intera operazione è in grado di assumere.


In definitiva, su questo progetto si è puntato molto (anche la critica non ha tralasciato elogi), e in effetti non si può non rimanere colpiti all’ascolto; d’altra parte, nell’ambito di questo specifico concerto – all’interno della sempre lungimirante rassegna MiTo Settembre Musica – si poteva forse ottenere qualcosa di più. Ma stiamo parlando di una prima esecuzione italiana, e questo giustifica molto.