Paolo Fresu Devil 4tet @ MiTo

Foto: Davide Strada





Paolo Fresu Devil 4tet. Demoni a Villa Simonetta

Villa Simonetta, Milano – 7.9.2009

Foto di: Davide Strada

Paolo Fresu: tromba, flicorno

Bebo Ferra: chitarra

Paolino Dalla Porta: contrabbasso

Stefano Bagnoli: batteria

Una cornice davvero suggestiva quella di Villa Simonetta, poco nota anche ai milanesi: uno dei meriti del festival MiTo Settembre Musica, giunto quest’anno alla terza edizione, è di proporre sempre nuovi posti in cui la musica possa trovarsi a suo agio. In questo caso Villa Simonetta ha ospitato uno dei più recenti progetti di Paolo Fresu, il Devil 4tet, metamorfosi dell’ormai scomparso Angel 4tet. Rispetto all’unico disco fin ora prodotto che testimonia l’attività del gruppo (Stanley Music, Blue Note 2007) c’è inoltre un’ulteriore cambiamento: alla batteria, infatti, attualmente è seduto Stefano Bagnoli, che indubbiamente contribuisce marcatamente all’estetica del gruppo. Un’estetica improntata alla contemporaneità nelle soluzioni armoniche e ritmiche, certamente, ma anche a una concezione “circolare” del quartetto e dei ruoli dei singoli musicisti, come ha spiegato Maurizio Franco nella puntuale introduzione al concerto.


Fresu è parso in ottima forma, in grado di stupire tecnicamente al flicorno (usando non di rado l’elettronica, come ci ha ormai abituati) quanto di commuovere nelle sue ninnananne alla tromba, e gli altri musicisti non sono stati da meno: Bebo Ferra dà la propria impronta creativa e sorprendente, senza mai far intravedere qualcosa di banale all’orizzonte; e se di Bagnoli abbiamo già detto, resta da sottolineare l’abilità di Dalla Porta, perfetto asse ritmico/armonico del gruppo, anch’egli in grado di stendere assoli di grande raffinatezza, rimanendo perfettamente aderente all’indirizzo di ricerca in ambito (genericamente parlando) post-bop che caratterizza il quartetto


In definitiva, un concerto che non ha stupito chiunque conosca i musicisti, che si rivelano a proprio agio in qualsiasi situazione e sempre in grado di regalare momenti di grande musica, pur senza strafare nella sperimentazione e nella ricerca. Sarà invece rimasto sorpreso chi ascoltasse questi grandi protagonista del jazz italiano (altro merito di MiTo è, spesso, quello di espandere e contaminare pubblici diversi) per la prima volta, e tutti ci auguriamo che possa non rimanere un’esperienza isolata.