Foto: Copertina del libro
La Sindrome di Bollani.
Una biografia, una lunga intervista, un ampio glossario e due saggi costituiscono La sindrome di Bollani, libro realizzato Valentina Farinaccio, Marco Sutera e Vincenzo Martorella. A queste si aggiungono la prefazione firmata da David Riondino e la postfazione scritta da Enrico Rava. Libro su e con Bollani: oltre che oggetto di analisi e argomento principale del testo, il pianista è protagonista in prima persona e voce narrante di molte pagine.
Questo il quadro generale di un’opera che descrive con grande precisione, e da tante angolature, il mondo e le opere di Stefano Bollani alla primavera del 2009. Bollani, come nota Martorella nella chiusa del volume, è un musicista in grado di commuovere e divertire nella stessa frase: si può anche andare oltre, nel senso che il pianista è capace come pochi di raccontarsi e di affabulare, di spiazzare e puntare sempre in modo coerente nella nuova direzione. Questo rende ragionevole il lavoro di analisi degli autori, resi liberi, in pratica, di seguire i tanti percorsi delineati in apertura e di lasciare ogni volta spazio alla fantasia, grazie alla grana del personaggio scelto per il racconto. E la qualità del tutto viene testimoniata da La sindrome di Bignami, vale a dire il terzo capitolo del libro, dove sotto forma di spunti, raccontati in prima persona, vengono raccolti alcuni passaggi fuoriusciti dall’intervista. La casualità dell’ordine alfabetico che regola il capitolo permette salti e accostamenti, le apparenti sconnessioni, rese coerenti dalla personalità di Bollani, dipingono in maniera estremamente lucida ed efficace il personaggio e il musicista.
Il libro riesce ad essere una lettura sempre piacevole e avvincente grazie al doppio binario seguito dagli autori: racconto e approfondimento, leggerezza e tassonomia. I diversi stili di scrittura e il facile sconfinamento delle varie anime del libro le une nelle altre, seguendo in qualche modo la pratica bollaniana, riescono a corroborare un lavoro estremamente accurato e non definitivo, se si pensa all’età e alle notevoli e già presenti nuove manifestazioni del nostro.
Bollani e il suo mondo espressivo totale, i personaggi che lo popolano, le esperienze e gli obiettivi del pianista, ma anche e soprattutto della persona. La lunga intervista e i pensieri sciolti riportano e riassumono in un corpus unitario argomenti, persone e influenze. Il libro racconta lo spirito e la personalità di Bollani e le sue tantissime manifestazioni – dal pianoforte alla televisione, dal teatro alla scrittura – le ordina e traccia un suo ritratto fedele. La possibilità onnicomprensiva di un’intervista lunga e rivista nel tempo permette agli autori di dare con attenzione il giusto peso a ciascun aspetto e porta a scandagliare sia gli aspetti musicali, ma anche il rapporto con la fama e il pubblico e, soprattutto, la profondissima curiosità e le intuizioni di Bollani.
L’influsso di Bollani sul libro è ovviamente forte: porta gli autori a riprendere nel titolo il romanzo scritto dal pianista, La sindrome di Brontolo; li spinge, talvolta, a seguire la chiave dell’ironia nella scrittura. Enrico Rava è l’altro personaggio che in qualche maniera si pone come contraltare al protagonista: guida musicale e figura di riferimento, sono moltissimi i passi in cui il pianista chiama in causa il trombettista e sono ancora molti i punti in cui la silhouette di Rava si staglia o si delinea sullo sfondo. E quando arriva la postfazione del trombettista, rappresenta la naturale e implicita conclusione del libro, sintesi di ironia naturale, stima e affetto.
Il libro è corredato, infine, dalle fotografie di scena e dai ritratti realizzati da Andrea Boccalini mentre la foto della copertina è di Paolo Soriani.