L’estate dei festival: Iseo Jazz 2009

Foto: Manifesto del Festival






Iseo Jazz 2009

La casa del jazz italiano

XVII edizione

Iseo, 12 /18 luglio 2009




Giunto felicemente alla diciassettesima edizione, al di là della scaramanzia dei numeri, la rassegna che ha nel critico, docente e musicologo Maurizio Franco il principale mentore, conferma tutta la ottimistica positività che si può rendere a un manifestazione di questo genere nell’ambito del più generale panorama italiano in fatto di eventi, spettacoli, musica e cultura. In altre parole le istituzioni, per il presente e il futuro, dovrebbero far tesoro da Iseo Jazz, da come è condotto e organizzato quest’anno e nelle edizioni precedenti, pur nella balia degli sponsor pubblici che, spessissimo, nel nostro Paese, ondeggiano a seconda del colore delle varie giunte comunali, provinciali, regionali o degli stessi Ministeri preposti a sostenere iniziative che, come Iseo Jazz, possono condurre a un duplice beneficio, coniugando felicemente il turismo all’arte, la breve vacanza alla buona musica e alla vera cultura. Il Festival può quindi vantare una triplice originalità, con tfattro via via tra loro collegabili. Anzitutto – prima originalità – Iseo Jazz è tra i pochi a offrire esclusivamente il migliore modern jazz nostrano; e questo – seconda originalità – è merito della Casa del Jazz Italiano appositamente costituitasi per curarne e difenderne i valori e le estetiche; per far ciò – terza originalità – si collega anche allo storico mensile Musica Jazz, consegnando il celebre premio Top Jazz, intercalato a quello in loco; e quest’anno, sono saliti sul palcoscenico a ritirare la targa del Top Jazz, dalle mani di Maurizio Franco, i pianisti Franco D’Andrea ed Enrico Pieranunzi, mentre il Premio Iseo – consegnato dal Sindaco della Città – è toccato rispettivamente al critico Franco Fayenz e al sassofonista Claudio Fasoli. Questa triplice combinazione permette a Iseo Jazz di sollevarsi idealmente da molti altri e di puntare, come sostiene a ragion veduta, il direttore artistico, a un lavoro diretto di scelte, di cartellone, di motivazioni, non solo, in primis, in quanto ad arte e intelletto, ma anche sotto l’aspetto pratico, gestionale e organizzativo. Maurizio Franco giustamente, a chiusura della kermesse, dal palcoscenico, ha parlato di due precise, diversissime tipologie di Festival Jazz presenti in Italia: i festival d’agenzia e i festival progettuali, ribadendo con fierezza che il suo appartiene a quest’ultima. In poche parole è verissimo che, soprattutto quando inizia la bela stagione lungo la Penisola, ai mari, ai laghi, ai monti, crescono come i funghi le rassegne, gli eventi, le manifestazioni,i ocncerti e i cosiddetti Festival Jazz, che spesso si fregiano di questo appellativo solo per comodità e opportunismo. A volte l’assessore, il funzionario, il saccente o il pischello di turno con un paio di telefonate a questa o quell’agenzia di spettacoli risolve il problema e il festival l’è bell’e pronto! Pescando quale e là tra i jazzmen europei o americani (spesso costosissimi) in tournée nel nostro Paese gli si riempiono i buchi e il festival uguale e identico a quello del vicino è servito su un piatto d’argento! Per fortuna esistono gli Iseo Jazz e qualche altro modello similare per combattere una diseducazione intellettuale che comincia a fare seri danni all’immagine e soprattutto alla cultura jazzistica: in quanti Festival Jazz si esibiscono musicisti che sono tutto tranne che jazzisti! Va bene ribadire il fatto che il jazz sia nato e resti musica di contaminazioni e fusioni, ma a volte si esagera con personaggi davvero totalmente estranei persino alle sonorità afroamericani in genere! Al contrario, l’afroamerican style Made in Italy, con i diversi linguaggi post-free e post-bop, lo si è sentito e apprezzato a Iseo Jazz dove i vari Daniele D’Agaro, NAT Tio, Lara Iacovini, Riccardo Fioravanti, Guido Mazzon, Roberto Bonati, Diana Torto, Paolo Fresu, Enrico Intra, oltre i quattro già citati, in otto set per cinque giorni, han dato vita a un autentico festival progettuale, dove la priorità spetta al gusto, alle idee, alla sostanza, alle forme autentiche e ai contenuti più che sinceri.


E di conseguenza questa serie di incontri originali di musicisti di generazioni diverse. Risulta eccellente, anche grazie, a livello organizzativo, perfetta sinergia tra la milanese Musica Oggi, il governo locale (Sviluppo Turistico Lago d’Iseo), un collaudato service bergamasco (CDpM, da citare per l’ottima acustica) e la location medesima (un piccolo centro storico incantevole), con Iseo Jazz 2009 che dunque si conferma tra le maggiori realtà festivaliere, grazie soprattutto al dialogo tra jazzmen caricati del giusto feeling partecipativo.