Eliane Elias @ Gru Village

Foto: Ferdinando Caretto






Eliane Elias @ Gru Village

Grugliasco, Gru Village. 22.7.2009




Eliane Elias: pianoforte

Rubens De La Corte: chitarra

MarcJohnson: contrabbasso

Rafael Barata: batteria



Al Gru Village di Grugliasco, un mercoledì estivo e vago molte persone sembravano conoscere a fondo i Take 6, a giudicare dalla confusione eterogenea di volti, musici, menestrelli che affollavano il parterre. Una moltitudine urlante e a un certo punto anche molto provata, dal momento che i singers non si decidevano a uscire.


Coinvolgenti, anche se in una modalità del tutto prevedibile, i Take 6 hanno donato al pubblico un bel concerto di genere, un po’ manierato ma sincero, di mille suoni vocali e snap e soffi di ovetto a evocare la bossa nova. Che solo sette sere dopo ritornerà protagonista. Stavolta sì, con Lei.


Il pubblico: dimezzato rispetto all’appuntamento precedente, e a sua volta dicotomizzato tra i “la conosco” e i “ma chi è”. Nessun ombra di programmi di sala, sentieri concettuali, vie di salvezza per chi è arrivato seguendo gli amici. Tutto nella più profonda tradizione dei pur bellissimi concerti del Gru Village e – non mi stancherò mai di dirlo – dell’atteggiamento terribilmente superficiale.


Perché in questo caso la stella della serata è una donna ineffabile e una musicista interessantissima. Eliane Elias non è solamente la biondona dai muscolosissimi avambracci che fa tirare un sospiro di sollievo ai molti signori che non la conoscevano artisticamente e la scoprono piacevole alla vista… Elias è una commistione di sonorità, climi, ambientazioni differenti, Elias è un mondo prismatico di stili ed esecuzioni tutto da scoprire, il Brasile e New York. Elias è l’impeto di Randy Brecker e la compostezza vitale di Marc Johnson, e sposarli entrambi. Questo è, e non una parola su di lei. “Tanto è bionda, la magia avverrà comunque…”


Musicisti perfetti, anche per giocare quel duplice ruolo tra bossa e standard: Rubens De La Corte, chitarrista di Sao Paulo ma residente a New York; Rafael Barata che permea di inflessioni carioca il proprio drumming e naturalmente MarcJohnson al contrabbasso, rigoroso e tenero a lanciare continuamente baci alla sua Eliane. Pianista mai troppo fluida, piena di guizzi, sensualmente implicata al punto che pochissime foto di lei restituiscono un’espressione che non sia trasognata, occlusa, contorta.


Attacca veloce una bossa non banale: è un incipit per presentare il suo ultimo “Bossa Nova Stories”, ossia la citazione affettiva dei propri mentori: Jobim, Vinicius De Moraes, Toquinho. E naturalmente Gilberto Gil. Canta anche, e lo fa con voce dolce e ferma e melodiosa. Al punto che non sia possibile chiedersi se sia migliore come cantante o come strumentista, perché mai come in questo caso l’una cosa non esclude l’altra e tutto concorre invece a creare un’artista unica.


Esegue il primo pezzo di bossa mai composto, “Chega de Saudade”, e anche il secondo, e cioè “Desafinado”. Accelera le ritmiche che ormai riconosciamo automaticamente, e l’operazione è piacevole. Non è leziosa, né noiosa, mai. “Animale”, piuttosto, con tutto l’etimo che questo aggettivo si porta dentro. Elias è Anima.


Il contrabbasso è brillante ma mai sommesso, Johnson fa un meraviglioso e lieve uso del tapping e il risultato è sorprendente. Il piano dialoga con una batteria sbuffante al punto giusto, in perfetta coerenza con la formazione brasileira di Rafael Barata. Il chitarrista Rubens De La Corte restituisce i toni lirici ai temi che Elias suona in modo splendidamente istintivo.


Verso la fine, un omaggio al musicista culto di Tom Jobim, ovvero George Gershwin. La scelta di “They Can’t Take That Away From Me” non aveva fatto pensare inizialmente a nulla di buono, in quanto a originalità, ma nelle mani di Eliane e in questo particolare arrangiamento ci appare fresca, estiva, spumosa come una bossa.


Pubblico entusiasta, naturalmente, ed Eliane Elias rilancia le emozioni con una versione di Garota de Ipanema superbamente rimaneggiata e costruita per applaudire ognuno dei musicisti nel modo più consono. Concerto stupendo, e di stupori.