24 ore Jazz @ Fermo

Foto: Fabio Ciminiera










24 ore Jazz.

Scuola Popolare di Musica, Fermo – 27.12.2009


24 ore Jazz: una giornata dedicata al jazz con seminari e incontri, aperta dalle proiezioni di alcuni video storici, curate da Rodolfo Dini, e conclusa dalla jam session finale, occasione di incontro sul palco, e fuori dal palco.


Al centro dell’incontro, organizzato dalla Scuola Popolare di Musica di Fermo, sicuramente sono stati i seminari tenuti da Ramberto Ciammarughi, Roberto Zechini e Emanuele Evangelista: incontri dedicati all’approccio generale al jazz.


“Come avrete notato, né io nè Roberto abbiamo scritto una sola nota alla lavagna durante il pomeriggio!” Partendo da questa frase di Ramberto Ciammarughi, al termine della sessione pomeridiana del seminario, si può provare a raccontare un seminario aperto a musicisti diversi per esperienza, strumento, intenzioni ed obiettivi. L’analisi di un brano di Chick Corea, 500 miles high, ha offerto spunti per ragionare sul modo di fare jazz, di interpretare la musica e il proprio modo di suonare: il rapporto dei musicisti sul palco e, in particolare, come guidare il gruppo; l’approccio all’improvvisazione secondo le intenzioni proprie e del brano; la capacità di ascoltare in maniera selettiva i vari suoni. Un’agorà musicale dove i docenti hanno condiviso le proprie esperienze: nuovi problemi e situazioni si pongono ogni volta che si sale su un palco e le soluzioni si costruiscono in modo continuo e vanno a costituire il bagaglio del musicista. Dall’altra parte, la classe numerosa e diversificata ha permesso anche esempi diretti ed esecuzioni d’insieme con formazioni miste tra docenti e allievi: un filo immediato tra concetto e applicazione, reso ulteriormente evidente dall’esempio pratico e dalla condivisione.


Le attività collaterali hanno portato altri spunti al ragionamento e ulteriori possibilità di incontro. Rodolfo Dini ha aperto la giornata con la proiezione di tre video dedicati al sassofono e alle chiavi di lettura del jazz: una versione di My Favorite Things da parte del quartetto di John Coltrane; Jammin’ the Blues – cortometraggio candidato all’Oscar nel 1945, una delle tante intuizioni di Norman Granz – con Lester Young, Marie Bryant, Red Callender, Barney Kessel e altri jazzisti impegnati in una jam session; Diminuendo and Crescendo in Blue, ovvero la straordinaria capacità di legare improvvisazione e strutture orchestrali di Duke Ellington con la firma solistica di Paul Gonsalves. L’enorme quantità di video e, in generale, di materiale presente in rete permette una visione completa ed enciclopedica di ogni artista a scapito di una dimensione prospettica e contestuale: l’idea di incontri che possano fornire gli strumenti per tracciare un percorso ragionato, e non solamente limitato ai link proposti, può diventare uno strumento per fruire in maniera profonda delle nuove possibilità offerte dalla rete.


Dini è stato poi il moderatore della presentazione del libro Le rotte della musica: seguendo un’ottica simile, il testo può anche essere pensato come uno strumento per mettere a confronto esperienze diverse. L’incontro ha aperto la parte conclusiva di 24 ore Jazz, proseguita poi con la jam session.


Una giornata dedicata al jazz ovviamente diventa anche un luogo di incontro aperto, allargato anche al di là dei protagonisti del seminario: un confronto di esperienze e progetti, di idee e avvenimenti prossimi che si è affiancato in maniera naturale allo svolgimento delle attività in programma.