Gianluca Petrella Cosmic Band – Coming Tomorrow Part One

Gianluca Petrella Cosmic Band - Coming Tomorrow Part One

Spacebone Records – BONE 1001 – 2009




Gianluca Petrella: trombone, effetti, samples, synth bass

Francesco Bigoni: sax tenore, clarinetto

Mirko Rubegni: tromba

Beppe Scardino: sax baritono

Gabrio Baldacci: chitarra

Alfonso Santimone: Fender Rhodes, tastiere, laptop, effetti, no input mixer

Giovanni Guidi: pianoforte

Francesco Ponticelli: contrabbasso

Federico Scettri: batteria

Simone Padovani: percussioni






Il riferimento è chiaro. Il nome della band, la scelta di una buona porzione del repertorio, l’atteggiamento musicale e la capacità e l’intenzione di spaziare, anche bruscamente tra generi e linguaggi: sono molte le chiavi che legano Coming Tomorrow Part One della Cosmic Band guidata da Gianluca Petrella a Sun Ra e alla parabola ampia e variegata della sua Arkestra.


Petrella riesce nel disco a compiere un percorso estremamente lucido e maturo: il ragionamento musicale trascende volutamente ogni catalogazione e si disinteressa della ricerca di un compromesso o di un punto intermedio tra le varie influenze. Il risultato è un rutilante e sempre sorprendente mosaico di suoni e spunti nel quale entrano il rock visionario e avanguardista, il jazz delle tradizioni, le esasperazioni del free, la ricerca rumoristica, l’ironia e la teatralità, la modernità espressa senza mediazioni e con totale naturalezza da dieci musicisti giovani, di grande talento e variamente assortiti.


Uno degli aspetti più importanti di Coming Tomorrow Part One è proprio nella regia generale disposta da Petrella. Il disco pur essendo estremamente variegato riesce sempre a non allontanare da sé l’ascoltatore, spiazzato, sorpreso, ma sempre incollato al filo sottile e tenace della scaletta. Altro aspetto da sottolineare è la capacità di non indulgere nei confronti dei solisti e delle sperimentazioni: ogni elemento viene utilizzato dal trombonista in maniera precisa, efficace, centrata, senza lasciar debordare alcuno, senza affidarsi, per semplicità, alle capacità dei membri della formazione o a scorciatoie di qualunque tipo. l’equilibrio sta anche nel trovare lo spazio necessario e funzionale anche per momenti totalmente liberi o per l’inserimento di un estratto dal film The Space is the place: Petrella dirige in maniera davvero esemplare riuscendo a portare alla ribalta tutti gli elementi, destreggiandosi abilmente nella corsa al rialzo da lui stesso innescata.


La Cosmic Band si esibisce con grande successo ormai da un paio d’anni e arriva al disco già ben rodata e con le intenzioni molto chiare. Anche in questo caso si coglie l’attenzione nel non ripercorrere in maniera facile o scontata gli elementi di un concerto nel quale ha grande importanza anche l’aspetto visivo, con gag e performance dei dieci musicisti. Ci sono tracce anche di quest’aspetto nel lavoro: indizi ben riconoscibili per coloro che hanno visto il concerto che non vanno a spostare l’alchimia del disco.


La conformazione della Cosmic Band è un altro punto da mettere in evidenza: quattro fiati, una chitarra elettrica aggressiva, due tastiere – l’acustica del pianoforte, da una parte, e la produzioni di suoni, dall’altra – e la ritmica ampliata dalle percussioni. La line-up permette di spostamenti veloci, Petrella se ne avvantaggia per rispondere alle situazioni enormemente divergenti create da arrangiamenti e scrittura: piccoli combo, sovrapposizioni informali, sezioni fluide, digressioni ritmiche.


Se il riferimento esplicito è chiaro, come si diceva in apertura, e se altri personaggi ancora possono essere citati come numi tutelari di Coming Tomorrow Part One, tra tutti Gil Evans e Frank Zappa, il riferimento più implicito e forte è lo stesso Petrella. Nelle undici tracce si possono ritrovare elementi provenienti da quasi tutte le esperienze del trombonista come a mettere in evidenza un percorso coerente, dove questo lavoro ampio diventa, allo stesso tempo, punto di arrivo e di partenza.