Abeat Records – ABJZ 072 – 2009
Max De Aloe: armonica cromatica
Bill Carrothers: pianoforte
Apnea è la registrazione del dialogo musicale innescato da Max De Aloe e Bill Carrothers sulle ispirazioni e sulle suggestioni della scrittura di Murakami Haruki. Musica intimista, notturna, come la descrive lo stesso De Aloe nelle note di copertina: i due musicisti scelgono una strada evocativa, a volte informale, in altri casi espressamente melodica, sempre aperta alle suggestioni e alla possibilità di spaziare tra linguaggi e citazioni.
La scrittura di Murakami Haruki unisce un lirismo creato attraverso atmosfere languide e soffuse a temi forti e a una visione esistenziale dura. Inoltre il romanziere giapponese utilizza in maniera ampia e trasversale l’arte della citazione, dalla presenza di musica ai riferimenti sempre ben colti ed equilibrati alle espressioni della contemporaneità. De Aloe e Carrothers seguono in maniera intrigante entrambi gli spunti. Il suono e la miscela delle due voci portano nel disco il richiamo alle ambientazioni dei romanzi: si uniscono le diverse “strategie” sull’armonica, utilizzando suoni diversi a seconda che l’aria venga espirata o inspirata e un’uso sapiente delle dinamiche del pianoforte, dagli atteggiamenti minimalisti alle aperture orchestrali. La combinazione varia di questi elementi – unita a scelte narrative sempre consequenziali, a una scrittura attenta alla creazione di ambienti sonori, al dialogo costante tra i due e alla capacità di sfruttare gli spunti presenti nelle improvvisazioni e nei temi – rende presente, in qualche maniera, l’ispirazione di partenza.
La citazione è arte difficile e sottile. In Apnea sono presenti frasi, spunti, piccole cellule sonore che rimandano altrove. A partire da Norwegian Wood dei Beatles e Dear heart di Henry Mancini, i due brani non originali, passando per Vito, “dedicata” alle colonne sonore di Nino Rota per Il Padrino, la struttura aperta disegnata dalle composizioni e dalla formazione permette a De Aloe e Carrothers di cogliere ispirazioni da un ampio spettro di possibilità, dalla musica classica alle canzoni, riferimenti sfruttati in maniera organica e semplicemente tratteggiati.
Un disco in duo è naturalmente un dialogo tra i due musicisti. Carrothers e De Aloe mantengono sempre vivo ed efficace questo aspetto del lavoro, senza ripiegarsi su sé stessi, in un atteggiamento solipsistico. Sia l’interplay, sia il gioco delle citazioni, ma anche l’esecuzione appassionata, le voci catturate dal microfono durante le improvvisazioni, l’apertura stilistica e narrativa, la capacità di mantenere anche nei momenti più liberi la dimensione melodica e, al contrario, una disposizione a presentare i temi in maniera non banale conducono in porto un lavoro difficile per impostazioni e scelte di fondo.