Rava Suona Gershwin

Foto: Fabio Ciminiera






Rava Suona Gershwin.

Enrico Rava “Parco della Musica” Jazz Lab con Gianluca Petrella e Gianluigi Trovesi.

Roma, Auditorium Parco della Musica – 18.1.2010


Enrico Rava: tromba, direzione

Francesco Fratini: tromba

Gianluca Petrella: trombone

Mauro Ottolini: trombone, tuba

Gianluigi Trovesi: sax alto, clarinetto basso

Daniele Tittarelli: sax alto, soprano

Dan Kinzelman: sax tenore, arrangiamenti

Marcello Giannini: chitarra

Giovanni Guidi: pianoforte

Stefano Senni: contrabbasso

Zeno De Rossi: batteria


Durante l’arco della sua lunga carriera, Enrico Rava ha da sempre rivolto le sue attenzioni verso i giovani talenti, scovando negli anni un considerevole numero di artisti diventati poi noti anche grazie alla militanza nelle sue formazioni. Alle sue doti di talent scout, basti ricordare che a lui si deve il Bollani jazzista, Rava ha abbinato una enorme generosità mettendo al servizio dei più giovani la sua esperienza e l’opportunità di suonare su importanti palcoscenici, ricevendo di contro la spontaneità, l’entusiasmo e quell’accesso a nuove sonorità e tendenze che soltanto il confronto con le nuove generazioni può dare.


Ecco che la scelta della Fondazione Musica per Roma di puntare proprio sul trombettista torinese per mettere su un laboratorio stabile è presto fatta. L’idea è stimolante e ben formulata: un ensemble di giovani musicisti tra i più noti e validi del panorama jazzistico italiano che lavorerà sotto la direzione di Rava nell’arco di due anni per mettere a punto una serie di progetti originali.


Il primo di questi è stata una rivisitazione di alcuni brani tratti dal songbook di Gershwin, scelta rivelatasi felice sia per l’ampia possibilità di arrangiamento che tale repertorio riesce ad offrire, sia per la popolarità dei brani stessi. Dopo un brillante esordio ad Orvieto in occasione dell’Umbria Jazz Winter, Rava suona Gershwin ha fatto tappa il 4 febbraio proprio all’Auditorium di Roma, che per l’occasione ha visto anche la presenza di due illustri ospiti, Gianluigi Trovesi al sax alto e clarinetto basso e Gianluca Petrella al trombone, entrambi compagni di lungo corso del trombettista.


L’inizio però è tutto per l’ensemble che mette in mostra tutto il valore dei giovani in un coinvolgente swing orchestrale: Zeno De Rossi e Stefano Senni formano una coppia ritmica di assoluta concretezza e varietà da una parte, Giovanni Guidi, ormai una realtà del piano nostrano e elemento stabile del quintetto di Rava, in coppia con la chitarra elettrica del bravo Marcello Giannini dall’altra, supportano una ricca sezione fiati formata da tante anime differenti: il composto e razionale Dan Kinzelman al tenore è qui anche arrangiatore, Daniele Tittarelli al sax contralto, particolarmente lirico e lineare, Francesco Fratini alla tromba e il poliedrico quanto istrionico Mauro Ottolini al trombone e tuba in un instancabile lavoro scuro ma come sempre originale.


Con la salita sul palco dei due ospiti l’atmosfera cambia radicalmente spostandosi inevitabilmente su un piano più free e improvvisato, con una ritmica che si fa più decisa ed il piano di Guidi più percussivo: in una eccezionale e lunga riproposizione della celeberrima Rhapsody In Blue vengono segnate tutte le tappe del jazz, dal più tradizionale swing al free più spinto in un crescendo di notevole qualità. L’esperienza dei tre e la freschezza del resto dei componenti realizzano davvero un mix entusiasmante fatto di arrangiamenti ben costruiti ma che lasciano parecchio spazio all’improvvisazione in un terreno in cui Petrella e Trovesi sono pronti ad immergersi senza alcun affanno. Il vasto repertorio di Gershwin tuttavia consente tutto ciò ed anche una composizione come Summertime sentita suonare decine di volte viene qui presentata in una versione completamente nuova, con dei bei momenti di dialogo piano batteria e contrabbasso trombone. Il finale è tutto per Rava con la proposizione di un suo brano che ben testimonia il percorso del trombettista e del jazz italiano qui ben rappresentato in questo incontro di generazioni ed il cui titolo – Autobiografia – non poteva essere più significativo.