Red Records – RR316 – 2009
Bobby Watson: sassofono
Jack Walrath: tromba
Xavier Davis: pianoforte
Curtis Lundy: contrabbasso
Victor Lewis: batteria
Ray Mantilla: percussioni
Sestetto americanissimo per un progetto che non solo si realizza in Italia (pubblica il disco infatti Red Records), ma che è nato anche nel nostro paese: risale infatti al 1990 la fondazione di The Jazz Tribe nell’ambito del festival jazz di La Spezia. Naturalmente il gruppo, per vari impegni, non è rimasto immutato: “nocciolo” originale della formazione sono infatti Watson, Walrath e Mantilla, che comunque sono più che sufficienti a conferire uno stile unitario alla musica della combo. Sotto l’altisonante titolo Everlasting si nasconde in realtà un mix non originalissimo di elementi jazz, bop e latin, scattante e gustoso in certi passaggi (ad esempio in Gesualdo’s Tango) quanto in realtà piuttosto scontato nel progetto generale. Naturalmente il tutto si basa più che sull’originalità della concezione, sulle abilità solistiche dei musicisti coinvolti (oltre ai già citati, notissimi Watson, Walrath e Mantilla, infatti, Victor Lewis non ha certo bisogno di presentazioni, e Xavier Davis – per altro già visto in Italia in più occasioni – e Curtis Lundy non richiedono molto tempo per dimostrarsi al livello dei compagni di viaggio). I momenti migliori sono infatti quelli più liberamente concepiti (si veda l’incipit e l’esecuzione del bel tema di Tempels of Gold), in cui si intrecciano la creatività e la “sapienza artigianale” dei musicisti. Purtroppo spesso a dominare è solo la seconda, cosa che consente al disco di risultare comunque sempre e indubbiamente piacevolissimo, con punte innegabili di vero godimento musicale, anche se forse da un gruppo di all-star del genere ci si poteva appunto aspettare, giocando sul titolo, una creatività più duratura: Everlasting si avvicina molto a un compito a casa ben eseguito, che ad un disco effettivamente destinato a durare nel tempo.