Gwilym Simcock – Blues Vignette

Gwilym Simcock - Blues Vignette

Basho Records – SRCD 32-2 – 2009




Gwilym Simcock: pianoforte

Cara Burridge: violoncello

Yuri Goloubev: contrabbasso

James Maddren: batteria






Avevamo già incontrato Gwilym Simcock, pianista inglese, qualche nel 2008 insieme al trio SGS Group, con Yuri Goloubev e Asaf Sirkis: Blues Vignette ci presenta a tutto tondo la figura la figura, lo stile e le intenzioni musicali di Simcock. Infatti il lavoro è concepito sulla distanza del doppio CD ed è articolato in più sezioni: nel primo disco sono contenute otto tracce in piano solo e una Suite per violoncello e pianoforte, nel secondo invece Simcock si misura con il piano trio – con Goloubev, confermato al contrabbasso, e James Maddren alla batteria.


Strumenti e musicisti coinvolti fanno capire come Simcock si muova nel territorio intermedio tra musica classica e jazz: la direzione scelta dal pianista è quella di portare nel proprio bagaglio stilistico le attitudini di entrambi i mondi sia nella composizione, che negli arrangiamenti e nel tocco. Temi scelti da Grieg e dal jazz, On Broadway, nel piano solo; una scrittura sempre lucida e definita, nei brani eseguiti in trio; l’intenzione di esplorare, interpretare, rendere proprio il materiale eseguito.


Lo stile di Simcock, in pratica, unisce in maniera stretta e indissolubile le fondamenta di un’impostazione classica e l’utilizzo del linguaggio jazzistico, con particolare attenzione alle evoluzioni portate dalle esperienze dei musicisti europei. Lo stile del pianista è nella combinazione puntuale dei due elementi: cellule ripetute e fili melodici ben individuabili rendono sempre presente e fertile il dialogo tra le due anime. Un notazione a parte richiede la Suite per violoncello e pianoforte, pagina scritta e interpretata in maniera classica.


La scelta di un contrabbassista come Yuri Goloubev rende ancora più evidenti le intenzioni di Simcock. Goloubev riesce a intercettare e fare proprie in maniera del tutto immediata gli spunti lanciati da Simcock, visto il suo percorso analogo e la sua capacità di sintetizzare attraverso il suono e la personalità le tante anime che convergono nelle sue note. James Maddren è un batterista dal linguaggio più canonicamente jazzistico: il suo intervento porta nel trio spinta e ritmo senza uscire mai dalle linee assegnate dalle strutture e dalle atmosfere dei brani.


Il confronto di stili e attitudini in un solo lavoro permette a Simcock di mettere in luce e “spiegare” – anche nelle note di copertina – il percorso seguito e illustrare anche il punto verso cui vuol far tendere quest’arco della sua parabola musicale. Il pianista è ancora molto giovane ma Blues Vignette lascia trasparire la forte maturità progettuale e interpretativa e di un musicista capace di muoversi in maniera personale tra jazz e classica, utilizzando tutti gli strumenti offerti dai due mondi, in primo luogo la scrittura e l’improvvisazione, per dare corpo al proprio stile. La visione di insieme riesce a mitigare l’architettura rigida del disco e la disposizione di Simcock e dei suoi musicisti permette al lavoro di sfruttare con costanza e al meglio gli stimoli presenti nei temi, senza correre mai il rischio di diventare una mera vetrina delle possibilità del pianista.