Eileina Dennis & Open Quartet

Foto: Fabio Ciminiera









Eileina Dennis & Open Quartet.

Albatros Jazzset, Castellaneta Marina (Ta). 11.7.2010


Eileina Dennis: voce

Marco Di Battista: pianoforte

Dino Plasmati: chitarra

Luca Pirozzi: contrabbasso

Massimo Manzi: batteria


Si arriva sul posto nel pomeriggio. C’è ancora il sole, estremamente forte del sud, l’azzurro altrettanto forte del mar Ionio, il bianco del lido, sgargiante, il palco allestito sulla terrazza a mare dello stabilimento. L’aria è talmente torrida da velare il profilo di Taranto, distante solo ventina di chilometri, al di la del mare.


I musicisti arrivano alla spicciolata da concerti e situazioni differenti. Si sono tentate negli anni tante definizioni del jazz: di sicuro il jazz è una musica di incontri tra persone, di condivisione di esperienze e confronto di modi di interpretare le note. Una pratica in cui il fattore umano, nel bene e nel male, porta un suo contributo importante. Il quintetto ha esordito nella scorso primavera all’interno della rassegna organizzata da MiFaJazz a Matera in cui le formazione guidate da Dino Plasmati, dal quartetto alla big band, hanno incontrato cantanti, diversa per stile e repertorio, come Rosalia da Souza, Joyce Yuille, Frankie Novak e appunto Eileina Dennis.


Comincia il soundcheck e continuano gli incontri. Arriva Angelo Calculli, direttore artistico di Albatros Jazzset, rassegna che porterà al Lido Albatros di Castellaneta nel corso delle domeniche estive, musicisti quali Gegé Telesforo, Irio De Paula, Rosalia de Souza e i Manomanouche. E’ un altro confronto di esperienze, quello che avviene tra operatori e musicisti, a loro volta impegnati nell’organizzazione, nella realizzazione pratica e nella diffusione delle loro idee.


Comincia il soundcheck e si capisce cosa voglia dire la definizione di jazz come musica di incontro. Un terreno di gioco condiviso, gli standard, cinque maniere di intendere i brani che, poco a poco, vanno a convergere e ad amalgamarsi in una visione condivisa. Piccoli aggiustamenti, scambi di opinioni, scherzi e battute, confronto sugli spartiti e, con disposizione naturale, alcuni dei temi più celebri del jazz prendono forma. On green dolphin street, The Nearness of you, Dindi, Perdido, I can’t give you anything but love, Old Devil Moon, What a little moonlight can do: una scelta di standard, soprattutto pensando alla presenza di una cantante, non tra le più scontate, aperta a stagioni e stili differenti della tradizione del jazz.


Sulle ultime note del soundcheck comincia l’ennesimo incontro della giornata. La finale del mondiale di calcio, con la propaggine dei supplementari, catalizza anche all’Albatros come nel resto del paese l’attenzione e fa slittare l’inizio del concerto.


E – finalmente, dopo il gol di Iniesta – il concerto, più animato e gradevole di una partita nervosa. Come si diceva la scaletta si muove sugli standard e sulle inflessioni personali dei protagonisti. Eileina Dennis è una cantante dalla voce calda e potente, in grado di interpretare e rendere in maniera naturale l’essenza profonda dei brani: empatia, partecipazione, voglia di divertimento, intonazione, tutto converge verso il dialogo con il brano, con il pubblico, con gli altri musicisti. Il quartetto dal canto suo prende le mosse dal lavoro fatto da Plasmati per Interactions, disco pubblicato nel 2008: un jazz moderno, fresco, capace di guardare con uguale misura e attenzione sia agli aspetti melodici che ritmici. L’esperienza di Manzi, Pirozzi. Plasmati e Di Battista rappresenta il collante, leggero ma sempre efficace, delle tante anime del concerto.


Durante il concerto la temperatura resta decisamente alta, dall’altra costa arriva una fila di luci tremolanti e taglia i riflessi delle luci sulle onde. Il calore e il fascino del posto portano a un concerto informale, intimo, dalle sonorità morbide e, soprattutto, continuamente aperto alle suggestioni del momento.