Picanto Records – PIC019 – 2010
Danielle Di Majo: sax alto
Antonello Sorrentino: tromba
Francesco Diodati: chitarra
Riccardo Gola: contrabbasso
Ermanno Baron: batteria
Giancarlo Maurino: sax soprano
Undici composizioni improntate ad una visione moderna del jazz; cinque musicisti dal percorso musicale ormai solido; una forte conoscenza reciproca dovuta alla compresenza in molti progetti nati nella scena del jazz romano degli ultimi anni. A loro si unisce, come ospite, il sax soprano di Giancarlo Maurino in Blutango e Il rudere. In Eccedere di blu, la scrittura di Danielle Di Majo propone temi dalle strutture articolate e la gestione della formazione da parte dell’altosassofonista porta a uno sviluppo ampio e diffuso dei temi con assolo generosi dei sei protagonisti.
I brani privilegiano atmosfere morbide, ben lavorate dalla ritmica formata da Ermanno Baron e Riccardo Gola e disegnate in maniera fluida e sempre precisa dalla chitarra di Francesco Diodati. Sulla scorta di questo sostegno, i solisti possono di esprimere in modo esaustivo il proprio discorso e portare in ogni passaggio un contributo positivo: le tredici tracce di Eccedere di Blu – comprese le due introduzione di I giardini di Mirò e Strange phase – ritraggono, nel corso dei settantatre minuti del disco, una formazione coesa e orchestrata con cura. Le composizioni di Danielle Di Majo si centrano, in prevalenza, su tempi medi e accolgono, allo stesso tempo, elementi provenienti dalla tradizione e dalle tendenze più attuali: il suono e le intenzioni della formazione si avvantaggiano di questa situazione ibrida, in cui possono trovare posto con uguale efficacia le soluzioni elettriche di Francesco Diodati – come, ad esempio, nell’avvio del proprio assolo in Under construction – sia, dall’altra parte, il richiamo boppistico insito nella line up del quintetto ed esplicitato nell’approccio ad alcuni temi da parte di Antonello Sorrentino e Danielle Di Majo.
Il disco rivela nei suoi due ultimi brani – vale a dire con la parte conclusiva di Eccedere di Blu, il brano che da il titolo al lavoro, e la conclusiva Liberation – la sua anima più aspra: i ritmi diventano aggressivi e l’incontro delle linee dei cinque strumenti viene gestito in maniera più libera e spigolosa
Nel complesso, Eccedere di Blu mette in evidenza una buona coerenza di fondo: Danielle Di Majo, come detto, guarda alle diverse possibilità offerte dal jazz odierno e realizza un lavoro in cui i vari spunti e le personalità dei musicisti presenti riescono a dialogare e ad intrecciarsi in maniera essenziale.