Foto: Fabio Ciminiera
Maria Pia De Vito Mind the Gap @ Itinerari Jazz 2010.
Rovereto, Itinerari Jazz 2010 – 5.11.2010.
Maria Pia De Vito: voce
Claudio Filippini: pianoforte
Roberto Cecchetto: chitarra
Luca Bulgarelli: contrabbasso
Walter Paoli: batteria
Descrivere l’esperienza del “gap”, per riflettere e far esplodere la creatività. Questo l’intento primario del progetto “Mind the Gap” di Maria Pia De Vito. Fondamentale è soffermarsi sull’esperienza del gap perchè “è quello un luogo meraviglioso di riflessione – come ci racconta lei stessa – lo spazio tra un pensiero e la sua realizzazione, il luogo di massimo ascolto per poi giungere a soluzioni che ci permettono una pesata e consapevole decisione della strada da percorrere.”
Mind the gap è il brano di apertura del concerto della vocalist napolatana all’Auditorium Melotti di Rovereto, sul palco insieme a Claudio Filippini al pianoforte, a Roberto Cecchetto alla chitarra, a Luca Bulgarelli al contrabbasso e a Walter Paoli alla batteria. “Viviamo in un’epoca in cui la fretta di arrivare e i risultati da ottenere a tutti i costi e nel minor tempo possibile – continua la De Vito – appannano la percezione della realtà. Ecco allora che sostare, sentire cosa ci sta attorno e riflettere diventa indispensabile per non cadere e incappare in eccessi e grossolani errori.”
Mind the Gap è l’ultimo lavoro discografico dell’artista italiana che mette in dialogo Jimi Hendrix, Betty Carter, Django Bates, Bjork e Tim Buckley, solo per citare alcuni degli artisti scelti dalla De Vito, attingendo da territori stilisticamente forse differenti, ma che “sono uniti dai contenuti, dalle parole”, aggiunge la De Vito, “ho seguito ovviamente il mio gusto personale, ma la volontà è stata senz’altro quella di fare incontrare terreni.”
Da Mind the gap si passa a Song to a Siren, una vecchia ballata di Tim Buckley che porta la voce della De Vito diritta al cuore, seguendo la struggente linea melodica dell’americano che il piano di Filippini disegna con sapienza e gusto. Poliedrica e polimorfe la voce della De Vito, che nella successiva If 6 Was 9 di Hendrix diventa potente e roca, a forti tinte rock e supportata dai riff di Cecchetto e dall’incedere senza sosta di basso e batteria. Django Bates e la sua Stages I,II,III rappresentano un nuovo passaggio in quel “gap” dove la percezione della realtà è totalmente frutto delle interpretazioni. Il testo è di Sisdel Endresen è racconta di un luogo bellissimo totalmente frutto dell’immaginazione, della riflessione, della fantasia. Emozionante qui si fa il dialogo tra la chitarra di Cecchetto e la voce della De Vito, a cui si aggiungono effetti elettronici, mai fini a se stessi. L’elettronica e gli effetti sono utilizzati in maniera ponderata, e si mettono al servizio di tutti gli strumenti per campionare, filtrare e distorcere, mentre la voce della De Vito, quella che viene dall’anima, fa da collante.
“Tutti i musicisti con cui collaboro in questo progetto – dice ancora la cantante napoletana – sono personaggi che lavorano con grande apertura mentale nei confronti della musica e vedono l’improvvisazione come momento di dialogo collettivo, per trasmettere un messaggio d’insieme che sia globale.” I solo che emergono, come quello di pianoforte in Eccesso di Rita Marcotulli (l’unico brano interamente strumentale del concerto) o quelli successivi di basso o chitarra, testimoniano l’estro dei “complici” della De Vito sul palco di Rovereto, ma non rivestono mai il ruolo di momento di esaltazione di questo o quello strumento seguito dall’accompagnamento degli altri. Prevale un effetto sonoro magmatico e collettivo, che vuole sempre sottolineare il dialogo tra tutti e non tra pochi, nell’intento di esplorare insieme quel “gap” su cui finalmente ci si è riusciti a soffermare.
La potenza e il graffio della band capitanata dalla De Vito toccano l’apice in I invented you che esplode come un ordigno sonoro di rara caratura. Ancora Rock ma non solo, perchè la chiusura del concerto è affidata al funk senza freni misto jazz di Zoubab De Ouab. “Please Mind The Gap” è il saluto di Maria Pia De Vito al pubblico di Rovereto, e chi ha orecchie per intendere…ha molto probabilmente già inteso tutto.